Come migliorare la qualità dell’aria interna

Come migliorare la qualità dell’aria interna

Quando si parla di inquinamento dell’aria si pensa a fabbriche, automobili, gas serra, caldaie e perfino camini e stufe a legna.

Ma c’è un secondo tipo di inquinamento atmosferico ed è quello che riguarda l’aria degli ambienti interni.

Probabilmente ora stai pensando: “Sì, certo, negli ambienti di lavoro è un grosso problema!” ma se pensi che il tutto si riduca a un problema di salute nei luoghi di lavoro stai, purtroppo, sbagliando: il problema della qualità dell’aria interna riguarda tutti noi, ogni giorno, nei nostri ambienti di vita, case, scuole incluse. Materie plastiche, colle del legno, detersivi, disinfettanti, polveri fanno parte della nostra quotidianità e a questi si aggiungono acari, virus e batteri.

La ventilazione meccanica controllata (VMC) per migliorare la qualità dell’aria interna

Se l’industrializzazione ci ha portato inquinamento chimico, da sempre quelli biologici fanno parte delle nostre vite, ma ora l’evoluzione tecnologica ci ha dotati di un sistema che migliora in modo significativo la qualità dell’aria interna.

Si chiama ventilazione meccanica controllata e diluisce gli inquinanti interni chimici e biologici permettendo il corretto ricambio d’aria anche quando non si possono aprire le finestre per garantire il ricambio naturale.

Perché è così importante cambiare l’aria, soprattutto ora con la crisi da COVID-19?

Perché il ricambio permette di disperdere le goccioline di aerosol che ognuno di noi emette parlando, respirando, starnutendo.

Se l’aria è in movimento, queste piccole gocce si disperdono, ma se c’è ristagno, come accade negli ambienti chiusi male areati, la loro concentrazione aumenta con l’aumentare della presenza di persone.

La ventilazione meccanica controllata (VMC) è la risposta giusta a questo problema perché grazie all’estrazione di aria umida e all’immissione di aria fresca sostituisce il ricambio naturale quando questo non è ottimale, inoltre funge durante il periodo invernale anche da deumidificatore.

Come funziona un sistema di ventilazione meccanica controllata (VCM)?

Nel caso di nuovi edifici in cui  si migliora la resa in termini di energia si provvede, nella maggior parte dei casi, anche a predisporre un cappotto isolante con  il rischio però di formazione di muffe.

Questo rischio lo possiamo prevenire nelle nuove abitazioni, attraverso un dispositivo centrale che distribuisce l’aria fresca in tutte le stanze con un sistema di canalizzazione, integrato generalmente nel soffitto o nelle pareti.

Dell’impianto sono visibili quindi solo le bocchette di ventilazione. Il ricambio dell’aria viene gestito automaticamente dall’unità centrale.

Nei vecchi edifici le cose sono più complesse perché si interviene su qualcosa che c’è già.

La soluzione ideale per evitare interventi invasivi è quella di realizzare un sistema decentralizzato di ventilazione attraverso dei fori su parete, con un sistema che garantisce il continuo ricambio d’aria grazie a due unità in funzionamento alternato: mentre una immette aria di rinnovo in ambiente, l’altra estrae l‘aria viziata verso l’esterno.

Il calore contenuto nell’aria estratta riscalda lo scambiatore ceramico. Dopo circa 70 secondi il ventilatore inverte la direzione del flusso e il calore accumulato nello scambiatore viene ceduto all‘aria di rinnovo.

Abitazioni, uffici, scuole e luoghi di vita in generale meritano la nostra attenzione perché influenzano la nostra salute proprio come l’ambiente esterno, soprattutto per quanto riguarda l’aria che respiriamo.

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    Ecco come capire se la tua è una casa adatta al fotovoltaico

    Ecco come capire se la tua è una casa adatta al fotovoltaico

    Come sei arrivato o arrivata su questa pagina? I casi più probabili sono due: o hai sentito parlare di noi, ci hai cercate e hai curiosato nel sito fino a trovare questo articolo su come capire se hai una casa adatta al fotovoltaico, oppure hai cercato su Google proprio una risposta a questo quesito.

    In qualunque caso ne siamo felici perché significa che hai già iniziato il tuo viaggio di consapevolezza energetica.

    Ora veniamo a noi e rispondiamo alla tua domanda: la mia casa è adatta a un impianto fotovoltaico?

    La risposta è, in generale, sì, perché non ci sono mai vere e proprie controindicazioni all’installazione dei pannelli, ma ci sono invece condizioni più o meno ottimali e più o meno favorevoli a livello di resa.

    Per prima cosa parliamo della struttura

    Un impianto fotovoltaico ha un peso che devi valutare in rapporto alla struttura dell’abitazione, ovvero alla sua portanza, la sua massima capacità di carico.

    Abitazioni vecchie o deterioriate vanno valutate caso per caso per verificarne, appunto, la portanza in caso si decida di aggiungere un impianto solare.

    Inoltre i pannelli fotovoltaici trovano la loro collocazione ottimale su materiali di copertura resistenti e duraturi come tegole o asfalto mentre per legno, lastre in ardesia, tetti in argilla con malta, pietra o altri è bene fare attenzione e proprio per questo le nostre valutazioni sono sempre molto accurate e partono rigorosamente dalla tipologia di materiale su cui ci troviamo a operare per garantirti la migliore soluzione per il tuo caso specifico.

    Si tratta, infatti, di scegliere i pannelli e la struttura di montaggio ideali per il tuo caso specifico, quindi sta lontano da chi non ti chiede questo tipo di informazioni perché tu non sei un cliente standard. Tu sei tu e le tue esigenze partono proprio dalla struttura che hai a disposizione.

    Quindi devo cambiare il tetto?

    No, non devi cambiare necessariamente il tetto, ma se stavi già valutando la cosa prima di pensare a un impianto fotovoltaico, significa che è ora di farlo.

    Se hai un tetto vecchio o che sta iniziando a deteriorarsi cambialo prima di procedere con il nuovo impianto perché dei buoni pannelli solari hanno un’aspettativa di vita utile dai 30 ai 40 anni, quindi non vale la pena di dover, un domani, smontare tutto per sostituire il tetto rischiando di danneggiare i pannelli nelle operazioni.

    Considera anche che installando un impianto solare ad alta efficienza i risparmi economici contribuiranno a ripagare la sostituzione della copertura in pochi anni.

    Parliamo di esposizione

    Per capire se la tua è una casa adatta al fotovoltaico dovremo valutare anche l’esposizione, o meglio dovremo valutare la migliore soluzione tecnologica per il tuo tipo di esposizione.

    Ovviamente, più luce solare diretta riceve la tua casa, maggiore è l’efficienza del sistema, ma se hai deciso di installare comunque dei pannelli solari possiamo fare un bel lavoro nonostante la presenza di zone d’ombra sul tetto o se la falda non ha una mirabolante esposizione a sud come da manuale.

    In questo caso valuteremo se le zone d’ombra non sono davvero eccessive, perché se attorno alla tua abitazione hai alberi o palazzi molto alti che mettono in ombra tutto il tetto le cose, ovviamente, si complicano parecchio e i ritorni economici potrebbero essere troppo dilazionati nel tempo per essere vantaggiosi.

    Se, invece, parliamo di una situazione gestibile sceglieremo per te i pannelli migliori e le soluzioni di integrazione ottimali per garantirti una resa ai massimi livelli possibili.

    Parliamo di dove vivi

    Sì, anche la latitudine e il clima in cui vivi hanno la loro importanza!

    Anche se a parità di pannelli installati, al Nord l’impianto produce di meno rispetto alle regioni del Sud, ormai gli impianti fotovoltaici hanno ottimi rendimenti in ogni fascia climatica, perfino nei climi estremi come le zone molto piovose o i paesi alpini.

    Ogni luogo però ha la sua soluzione ottimale, pertanto non ci stancheremo mai di ripeterti che non esiste l’impianto fotovoltaico ottimale ma solo quello più adatto al tuo caso specifico. Per capire di più di come si stabilisce il dimensionamento di un impianto puoi andare qui.

    Hai ancora dubbi nel capire se hai una casa adatta al fotovoltaico? Contattaci e ti aiuteremo a scioglierli!


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    Quanto costa un impianto fotovoltaico?

    Quanto costa un impianto fotovoltaico?

    Sappiamo bene che la risposta alla domanda “Quanto costa un impianto fotovoltaico?” è la cosa più importante per decidere di intraprendere un nuovo percorso di efficientamento energetico che parte dal risparmio per poi toccare la sostenibilità e la consapevolezza.

    Per darti una risposta concreta dobbiamo ovviamente partire da alcuni concetti di base.

    Come si compone un impianto fotovoltaico

    Molti pensano che l’impianto fotovoltaico ( o impianto solare ) sia fatto di pannelli e un cavo elettrico, ma in realtà ci sono molti più elementi:

    • I pannelli (ok, questi erano ovvi)
    • L’inverter, ovvero lo strumento che trasforma la corrente continua prodotta dai pannelli in corrente alternata utilizzabile dai tuoi elettrodomestici
    • Le strutture di ancoraggio dell’impianto che devono essere corrette nel dimensionamento e nei calcoli per evitare sia distacchi dell’impianto, sia un inutile sovraccarico dell’immobile
    • I quadri elettrici per gestire il tutto.

    Questi elementi compongono i costi dei soli materiali di impianto a cui vanno aggiunte la progettazione e la manodopera.

    Come si sviluppa il progetto

    Un impianto fotovoltaico si basa su 3 parametri fondamentali:

    1. Fabbisogno energetico del cliente
    2. Superficie disponibile per montare i pannelli
    3. Esposizione della superficie (in parole povere: verso che punto cardinale guarda?)

    In sostanza sulla base dei consumi presenti in bolletta e dello spazio utile per installarlo si determina la potenza in kW e quindi gli elementi necessari a strutturare l’impianto.

    Facciamo un esempio per essere più chiari

    Ipotizziamo una falda orientata a sud di 30 mq e un consumo annuo in bolletta di 4000 kWh.

    Tenendo presente che 1 kW di potenza sviluppa in media 1250 kWh, si calcola rapidamente che il fabbisogno utile è pari a 3,2 kWp di fotovoltaico.

    Con i nostri 30 mq disponibili quanti pannelli possiamo installare?

    Sappiamo anche che in meno di 6 mq possiamo installare 1 kWp, ovvero circa 3 pannelli da 340W.

    Nel nostro caso per raggiungere la potenza necessaria dovremmo posizionare sul tetto 10 pannelli che occupano uno spazio pari a 20 mq disposti su 2 file da 5 pannelli l’una tenendo presente che il modulo misura 1,7m x 1m.

    Cos’altro serve?

    Individuare un corrugato (ovvero uno di quei tubi flessibili dove passano i cavi elettrici) che sia libero per far passare i cavi della corrente continua che partono dai pannelli fotovoltaici per arrivare all’inverter, e anche un altro per portare i cavi dell’alternata sino al quadro generale di casa.

    Alla fine collochiamo l’inverter che va posizionato il più possibile vicino al campo fotovoltaico per evitare al massimo le dispersioni, ricordando che può stare anche all’esterno perché è un IP65 a tenuta stagna.

    Ricordiamoci che ci sia sempre uno spazio dove posizionare il contatore di produzione che sarà installato dal Distributore locale di energia il giorno dell’allaccio.

    Il regolamento dei tecnici che devono procedere a collegare l’impianto alla rete elettrica nazionale ribadisce che questi devono poter lavorare in condizioni di massima sicurezza, quindi la scelta del posizionamento per il contatore deve essere fatta in modo che non si debbano piegare, né prendere scale, né essere in prossimità di una tubazione idraulica.

    Come si struttura il preventivo

    Perfetto! Ora siamo pronti a vedere come si compone un preventivo. Ovviamente questo è il nostro sistema, ma ti dà ottime indicazioni su come valutare, in generale, la corretta formulazione da parte di un fornitore:

    1. Oggetto del preventivo: qui indichiamo da subito la potenza nominale scelta per l’impianto, il tipo di superficie (es: superficie inclinata) su cui sarà collocato e anche la potenza del parco batterie
    2. Descrizione generale della tipologia di impianto con il dimensionamento dei vari elementi, modelli di componenti, tecnologie scelte e indicazione di quanto compreso all’interno dell’impianto stesso
    3. Dati tecnici:
      – Potenza da installare
      – Tipologia di installazione
      – Tipologia moduli fotovoltaici
      – Tipologia inverter
      – Sistema di Accumulo
      – Strutture di supporto per moduli fotovoltaici
      – Quadri, connettori, cavi e opere elettriche
    4. Layout di posizionamento dei moduli con foto
    5. Simulazione delle prestazioni dell’impianto con descrizione del progetto corredata da calcoli basati sui consumi precedenti del Cliente e sulla resa media stimata
    6. Schede tecniche dei componenti
    7. Offerta economica
    8. Esclusioni
    9. Condizioni di fornitura

     

    Vediamo quanto costa un impianto fotovoltaico

    Adesso che hai capito come si strutturano progetto e preventivo i numeri possono avere un senso, quindi andiamo a vedere una simulazione di costo per un impianto fotovoltaico tipo destinato ai bisogni di una famiglia di 4 persone che per esperienza sappiamo aggirarsi sui 4500 kWh.

    Su questa base possiamo pensare di installare 4 kWp di impianto fotovoltaico, che se installato su una falda esposta a sud, senza particolari complicazioni, comporta un costo del “chiavi in mano” (cioè con noi che pensiamo a tutto, dal progetto all’installazione con tecnici di nostra fiducia) da 5.600 € IVA inclusa.

    Avevi idea di tutto quello che ti abbiamo raccontato oggi? Hai le idee più chiare di come si compone un progetto di fotovoltaico e dei costi che dovrai affrontare? Raccontacelo nei commenti e se vuoi maggiori chiarimenti scrivici!

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