Come fare manutenzione di un impianto fotovoltaico

Come fare manutenzione di un impianto fotovoltaico

Ogni immobile, ogni impianto fotovoltaico, ogni macchinario si basa non solo su una progettazione corretta, ma anche su un mantenimento costante ed ecco perché oggi siamo qui a parlare di manutenzione degli impianti fotovoltaici.

Come ogni intervento di manutenzione, anche quella di un impianto fotovoltaico si può suddividere in:

  • manutenzione ordinaria dell’impianto fotovoltaico, prevedibile e programmata e
  • manutenzione straordinaria, ovvero dovuta a interventi che non possono essere messi a calendario in anticipo.

Ecco la differenza fondamentale tra manutenzione ordinaria e manutenzione straordinaria di un impianto fotovoltaico.

Ogni impianto fotovoltaico ha un naturale degrado e una naturale perdita di efficienza che però possono essere molto più di quelli standard se non viene effettuata una costante manutenzione ordinaria che è composta da alcune attività principali:

  1. Pulizia dei pannelli che sono esposti quotidianamente alle intemperie, al passaggio di volatili e altri animali, alla caduta del fogliame; tutto questo danneggia e sporca i pannelli che così perdono di efficienza
  2. Controllo visivo e strumentale delle funzionalità dei moduli e dei vari componenti
  3. Monitoraggio costante dell’inverter, il componente che trasforma l’energia solare in corrente elettrica utilizzabile, in modo da ottenere sempre la migliore performance possibile dell’impianto fotovoltaico
  4. Controllo e manutenzione dell’impianto elettrico.
  5. Analisi e controllo della produttività dell’impianto.

All’interno delle operazioni di manutenzione ordinaria di un impianto fotovoltaico possiamo annoverare anche il revamping, ovvero l’aggiornamento e miglioramento di impianti fotovoltaici già in opera da diversi anni.

È normale che alcuni componenti di questi impianti fotovoltaici debbano essere sostituiti perché danneggiati o perché non più a norma o anche per migliorare la produttività dell’intero sistema.

Come detto prima le attività di manutenzione straordinaria di un impianto fotovoltaico sono tutte quelle non programmabili ma necessarie per ripristinare o incrementare la sua potenza iniziale (in questo caso parliamo di repowering).

Gli interventi di manutenzione straordinaria degli impianti fotovoltaici si rendono necessari in due casi:

  1. durante un intervento di manutenzione ordinaria se si sono riscontrati danni ingenti oppure cali sostanziali del rendimento
  2. per eventi eccezionali non prevedibili

 

La maggior parte di queste attività, sia ordinarie sia straordinarie, devono essere svolte in alte condizioni di sicurezza, ad esempio la pulizia dei pannelli che non è di per sé un’attività tecnicamente complessa, rientra però nell’ambito dei lavori in quota (cioè svolti a un’altezza superiore ai due metri) e pertanto va effettuata ottemperando a determinate norme.

Lo stesso vale per le verifiche e gli interventi sull’inverter e sull’impianto elettrico che devono essere portati avanti da personale formato come PES e PAV (persona esperta e persona avvertita in materia di lavori elettrici).

Ecco perché le attività di manutenzione del tuo impianto fotovoltaico vanno affidate a dei professionisti.

Ma quanto costa questo tipo di intervento e come si svolge? Puoi trovare quello che ti serve qui.

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Ecco come capire se la tua è una casa adatta al fotovoltaico

Ecco come capire se la tua è una casa adatta al fotovoltaico

Come sei arrivato o arrivata su questa pagina? I casi più probabili sono due: o hai sentito parlare di noi, ci hai cercate e hai curiosato nel sito fino a trovare questo articolo su come capire se hai una casa adatta al fotovoltaico, oppure hai cercato su Google proprio una risposta a questo quesito.

In qualunque caso ne siamo felici perché significa che hai già iniziato il tuo viaggio di consapevolezza energetica.

Ora veniamo a noi e rispondiamo alla tua domanda: la mia casa è adatta a un impianto fotovoltaico?

La risposta è, in generale, sì, perché non ci sono mai vere e proprie controindicazioni all’installazione dei pannelli, ma ci sono invece condizioni più o meno ottimali e più o meno favorevoli a livello di resa.

Per prima cosa parliamo della struttura

Un impianto fotovoltaico ha un peso che devi valutare in rapporto alla struttura dell’abitazione, ovvero alla sua portanza, la sua massima capacità di carico.

Abitazioni vecchie o deterioriate vanno valutate caso per caso per verificarne, appunto, la portanza in caso si decida di aggiungere un impianto solare.

Inoltre i pannelli fotovoltaici trovano la loro collocazione ottimale su materiali di copertura resistenti e duraturi come tegole o asfalto mentre per legno, lastre in ardesia, tetti in argilla con malta, pietra o altri è bene fare attenzione e proprio per questo le nostre valutazioni sono sempre molto accurate e partono rigorosamente dalla tipologia di materiale su cui ci troviamo a operare per garantirti la migliore soluzione per il tuo caso specifico.

Si tratta, infatti, di scegliere i pannelli e la struttura di montaggio ideali per il tuo caso specifico, quindi sta lontano da chi non ti chiede questo tipo di informazioni perché tu non sei un cliente standard. Tu sei tu e le tue esigenze partono proprio dalla struttura che hai a disposizione.

Quindi devo cambiare il tetto?

No, non devi cambiare necessariamente il tetto, ma se stavi già valutando la cosa prima di pensare a un impianto fotovoltaico, significa che è ora di farlo.

Se hai un tetto vecchio o che sta iniziando a deteriorarsi cambialo prima di procedere con il nuovo impianto perché dei buoni pannelli solari hanno un’aspettativa di vita utile dai 30 ai 40 anni, quindi non vale la pena di dover, un domani, smontare tutto per sostituire il tetto rischiando di danneggiare i pannelli nelle operazioni.

Considera anche che installando un impianto solare ad alta efficienza i risparmi economici contribuiranno a ripagare la sostituzione della copertura in pochi anni.

Parliamo di esposizione

Per capire se la tua è una casa adatta al fotovoltaico dovremo valutare anche l’esposizione, o meglio dovremo valutare la migliore soluzione tecnologica per il tuo tipo di esposizione.

Ovviamente, più luce solare diretta riceve la tua casa, maggiore è l’efficienza del sistema, ma se hai deciso di installare comunque dei pannelli solari possiamo fare un bel lavoro nonostante la presenza di zone d’ombra sul tetto o se la falda non ha una mirabolante esposizione a sud come da manuale.

In questo caso valuteremo se le zone d’ombra non sono davvero eccessive, perché se attorno alla tua abitazione hai alberi o palazzi molto alti che mettono in ombra tutto il tetto le cose, ovviamente, si complicano parecchio e i ritorni economici potrebbero essere troppo dilazionati nel tempo per essere vantaggiosi.

Se, invece, parliamo di una situazione gestibile sceglieremo per te i pannelli migliori e le soluzioni di integrazione ottimali per garantirti una resa ai massimi livelli possibili.

Parliamo di dove vivi

Sì, anche la latitudine e il clima in cui vivi hanno la loro importanza!

Anche se a parità di pannelli installati, al Nord l’impianto produce di meno rispetto alle regioni del Sud, ormai gli impianti fotovoltaici hanno ottimi rendimenti in ogni fascia climatica, perfino nei climi estremi come le zone molto piovose o i paesi alpini.

Ogni luogo però ha la sua soluzione ottimale, pertanto non ci stancheremo mai di ripeterti che non esiste l’impianto fotovoltaico ottimale ma solo quello più adatto al tuo caso specifico. Per capire di più di come si stabilisce il dimensionamento di un impianto puoi andare qui.

Hai ancora dubbi nel capire se hai una casa adatta al fotovoltaico? Contattaci e ti aiuteremo a scioglierli!


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Distinguere le tipologie di pannelli fotovoltaici

Distinguere le tipologie di pannelli fotovoltaici

Quando si decide di procedere a un efficientamento energetico, uno dei punti più oscuri del preventivo è sicuramente capire se la scelta dei componenti tecnici è corretta e, in particolare, qual è la differenza fra le tipologie di impianti di pannelli fotovoltaici.

Quindi dopo aver capito quanto costa un impianto e come dimensionarlo, oggi ci concentriamo proprio su questo aspetto.

Le tipologie di pannelli fotovoltaici

I pannelli fotovoltaici possono essere di due tipi principali:

  • in silicio policristallino
  • in silicio monocristallino, che a sua volta può essere dotato di ulteriori particolarità.

Per capire la differenza tra le due tipologie, partiamo dall’inizio: le celle sono fatte di silicio, e la lavorazione del silicio è molto delicata e molto importante.

Il silicio, infatti, non sarebbe in grado, allo stato naturale, di captare l’energia del sole, ma con questo lungo processo si aggregano al silicio una serie di agenti droganti attraverso una fusione ad alte temperature e una ricottura in forno che gli attribuiscono, così, le proprietà desiderate.

Da questa lavorazione esce un grande blocco quadrato che poi viene letteralmente tagliato a fettine con spessori variabili dai 150 ai 250 micron. Queste “fettine” sono la base del processo di lavorazione di quello che noi conosciamo come il pannello fotovoltaico.

A questo punto è il momento di costruire la nostra cella, ed è anche il momento in cui si decide se creare celle monocristalline o policristalline che andranno poi a formare i pannelli veri e propri.

Il silicio policristallino

Il silicio policristallino è un ibrido, ovvero è composto da più materiali che hanno un costo di produzione inferiore rispetto al prodotto tutto nero. Le celle sono di colore blu cangiante, costituite da cristalli di silicio orientati in modo casuale.

Questo fa si che abbiano un’efficienza inferiore se colpite perpendicolarmente dai raggi del sole. Tuttavia questa pecca rappresenta anche la loro peculiarità: riescono a sfruttare meglio la luce del sole durante l’arco della giornata.

Il silicio monocristallino

Il silicio monocristallino invece ha una lavorazione un po’ più raffinata ed è composto da materie prime molto più pure, che di conseguenza hanno un costo di produzione leggermente superiore al fratello. La puoi riconoscere per il suo caratteristico colore nero.

Come dicevamo, sul modulo monocristallino si sono sviluppate varie specificità:

  • tecnologia SHINGLE/PERC: perfetta per nebbia salina e ammoniaca, in presenza di elevati carichi neve e atmosfere aggressive e che garantisce una migliore risposta in caso di ombreggiamento a causa di nuvole o sporcizia, oltre che un’ottima resa ad alte temperature;
  • tecnologia PERC HALF CUT 120 celle (60X2): in questo caso il vetro e il design delle celle forniscono un’ottima risposta in condizioni di basso irraggiamento, sono resistenti alla salinità e ammoniaca e hanno una buona resistenza PID contro la degradazione del modulo (PID = Potential Induced Degradation ovvero la degradazione dell’energia prodotta indotta a causa di una forte tensione negativa rispetto al potenziale verso terra)
  • tecnologia a 72 celle bifacciali: sono pannelli concelle bifacciali che potenzialmente sviluppano fino ad un 30% in più dando buoni risultati anche in caso di nuvolosità e con un ottimo coefficiente anche ad alte temperature.

In sintesi possiamo dire che i pannelli in silicio monocristallino rendono meglio alle basse temperature e sono più efficienti dei moduli policristallini in presenza di un’intensità solare minore. Al contrario, i moduli policristallini producono di più alle alte temperature.

Il silicio amorfo

Esiste anche una terza tipologia di pannelli solari con moduli in silicio amorfo, più flessibili dei precedenti, ma con una resa inferiore del circa 30%, dovuta al particolare procedimento attraverso il quale sono prodotti.

Infatti, i moduli in silicio amorfo non sono composti da celle fotovoltaiche ma sono formati da uno strato in vetro o superfici plastiche su cui è applicato uniformemente uno strato di silicio dal piccolissimo spessore (nell’ordine dei millesimi di millimetro), e si caratterizzano da una colorazione omogenea e scura.

Li puoi trovare sia nella tradizionale struttura rigida, sia in rotoli flessibili, molto utili per applicazioni architettoniche particolari. Sono moduli che vengono utilizzati per esposizioni non ottimali, per esempio a nord.

La resa dei pannelli solari

La resa del modulo fotovoltaico è il rapporto tra la superficie che il modulo occupa e la potenza massima che è il pannello riesce ad erogare con una radiazione costante di 1000 watt per metro quadro, ad una temperatura di 20 gradi.

Essendo questo uno standard di misura mondiale, il pannello, una volta che ha finito il suo ciclo di produzione, va in un apposito macchinario che all’interno mantiene una temperatura costante di 20 gradi e che simula una radiazione solare di 1000 watt per metro quadro con delle lampade molto sofisticate misurando quanta energia produce quel modulo fotovoltaico. In questo modo abbiamo un parametro di resa calcolato in modo univoco.

La misura di resa del pannello fornisce la “potenza di picco” del modulo stesso ovvero ci indica la potenza massima che sarà in grado di produrre quel modulo quando la temperatura sarà vicina ai 20 gradi ed il sole sarà perpendicolare su di esso con una potenza di 1000 W/m2.

Come scegliere i pannelli giusti

Ora che abbiamo chiarito tutti gli aspetti tecnici resta la domanda più importante: come faccio a sapere che il mio progettista ha scelto i pannelli migliori?

Come ben capirai non esiste una risposta assoluta a questa domanda, perché la scelta della tipologia di pannello fotovoltaico migliore dipende dalle esigenze di chi installa l’impianto, ovvero le tue.

  • Se la tua necessità è quella di risparmiare, i pannelli policristallini generalmente sono più economici e potrebbero rappresentare la scelta migliore,
  • Se hai a disposizione una superficie limitata o hai la necessità di raggiungere una potenza maggiore con poca superficie, allora sono preferibili i moduli in silicio monocristallino.

Nel dubbio chiedi sempre chiarimenti al tuo progettista e se non sai a chi rivolgerti contattaci quando vuoi!

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I 5 grandi errori nel dimensionamento di un impianto fotovoltaico

I 5 grandi errori nel dimensionamento di un impianto fotovoltaico

Oggi ormai tutti parlano di fotovoltaico, il mercato offre moltissima scelta di impianti, moduli, installatori ed è difficile orientarsi fra le molte proposte possibili.

Ecco perché vogliamo parlarti di uno dei temi più importanti da discutere quando si fa la scelta di rendere energeticamente efficiente la propria abitazione: il dimensionamento dell’impianto.

Lo faremo parlandoti di come evitare 5 errori comuni nel dimensionamento di un impianto fotovoltaico, così potrai fare le domande più giuste al tuo installatore e capire se il tuo nuovo sistema sarà coretto rispetto alle esigenze reali.

Errore 1: Non stimare i consumi energetici presenti e futuri

Valutare i consumi presenti e futuri di chi vivrà nell’edificio è fondamentale per avere una base concreta su cui tarare la taglia dell’impianto.

Il problema può essere, ovviamente, quello di sottostimare il fabbisogno energetico perché si vanno a trascurare le future esigenze che si presenteranno.

Ad esempio se l’abitazione è di una giovane coppia senza figli, sarà importante valutare se la famiglia aumenterà nel giro di poco tempo, così da non dover poi intervenire successivamente.

Oppure andremo a considerare lo stato dell’attuale caldaia perché anche se si decidesse di non sostituirla ora con una pompa di calore, sarà opportuno capire quando sarà il momento e chiedersi se non sia opportuno strutturare fin da ora l’impianto fotovoltaico per gestire la pompa in serenità.

Ma un problema può anche essere il sovradimensionamento del sistema come invece accadeva in passato quando si poteva usufruire di incentivi in Conto Energia che premiavano la quota di energia prodotta.

Oggi il risparmio in bolletta, lo scambio sul Posto e le detrazioni fiscali fanno optare per impianti tagliati su misura per le proprie esigenze energetiche e non oltre.

Errore 2: Non studiare correttamente la taglia dell’inverter

La taglia dell’inverter non deve essere sovradimensionata o sottodimensionata rispetto al campo fotovoltaico, perché il rendimento dell’inverter stesso si riduce in caso di configurazioni distanti dalla sua taglia nominale (in pratica: un inverter da 10 kW si sposa bene con un campo da 10 kW).

Inoltre un inverter sottodimensionato rispetto al campo fotovoltaico potrebbe in condizioni ottimali di irraggiamento (quindi soprattutto in estate) andare a ridurre la produzione di energia invece di renderla disponibile e fruibile all’utenza perché la potenza in uscita dall’inverter fa da collo di bottiglia, bloccando la conversione dell’eccedenza di produzione in ingresso all’inverter proveniente dai pannelli.

Traducendo: se il campo fotovoltaico produce di più rispetto alla taglia dell’inverter, questo non sarà in grado di convertire l’energia “grezza” del campo in energia utilizzabile dagli apparecchi di casa.

Purtroppo qui torna in campo il mercato: non tutti i marchi di inverter hanno “mezze taglie” di potenza e può capitare, ad esempio, di realizzare un campo fotovoltaico da 4,5 kw e dover scegliere se installare un inverter da 4 o 5 kW.

In casi come questo, ti ricordiamo che la taglia nominale del campo fotovoltaico, valutata con particolari valori di irraggiamento, intensità del vento e temperatura esterna, si raggiungerà in rare occasioni nella realtà quindi una leggera sottostima della potenza dell’inverter è ammissibile.

Errore 3: Non valutare correttamente spazi ed esposizione

Il dimensionamento di un campo fotovoltaico dipende da 3 parametri:

  1. Esigenze di consumo (di cui abbiamo già parlato)
  2. Spazio utile disponibile
  3. Esposizione della superficie di installazione.

Calcolare correttamente lo spazio utile disponibile ci permette di sapere quanto dei consumi energetici stimati potrà realmente essere coperto dalla produzione di energia con il fotovoltaico, ma solo se ci ricorderemo di escludere dal conteggio le zone in ombra  oppure bypassando, almeno in parte, la questione grazie a degli ottimizzatori di potenza.

Ovviamente a parità di superficie avremo una resa maggiore da un impianto con una buona esposizione verso sud rispetto a uno situato nei quadranti Nord-Est o Nord-Ovest.

Errore 4: Sbagliare la taglia delle batterie di accumulo

Se il nostro consumo energetico si concentra nella parte finale della giornata (sera e notte) o se vogliamo sfruttare l’energia autoprodotta al massimo delle sue potenzialità, sarà vantaggioso installare un sistema di accumulo.

Anche in questo caso dovremo valutare accuratamente la taglia batterie di accumulo, sia in funzione di quanto il campo fotovoltaico è in grado di sviluppare nello specifico (ovvero quanti saranno i kWh prodotti in funzione del luogo, dell’esposizione e dell’inclinazione) sia delle esigenze energetiche nelle varie fasce orarie dell’utenza perché se la produzione fotovoltaica viene in buona parte assorbita dai consumi diurni è bene rendersi conto di quanto realmente potrebbe essere stoccato in batteria così da non sovradimensionarle.

Errore 5: Non valutare correttamente la componentistica elettrica

Quando si parla di componentistica elettrica si tende a sottovalutarne l’importanza ai fini del dimensionamento corretto e poi del rendimento ottimale dell’impianto fotovoltaico.

È importante valutare con attenzione la componentistica elettrica, come ad esempio la sezione dei cavi in corrente continua e corrente alternata in funzione della lunghezza del tratto da percorrere, o ancora la presenza di scaricatori di tensione sia nel quadro della continua sia nel quadro dell’alternata, al fine di proteggere tutto l’impianto da sovratensioni provenienti dai moduli fotovoltaici e che da possibili anomalie di tensione provenienti dalla Rete.

Ebbene sì, la dimensione di un cavo fa la differenza, così come non tutti i quadri elettrici sono uguali e valutarli correttamente è fondamentale!

Come evitare i 5 errori comuni nel dimensionamento di un impianto fotovoltaico

Riassumiamo! Tirando le somme, per evitare i 5 errori comuni nel dimensionamento di un impianto fotovoltaico, ecco 5 consigli per dimensionarlo in modo corretto:

  1. Stima correttamente i consumi energetici presenti e futuri
  2. Studia con attenzione la taglia dell’inverter
  3. Valuta spazi ed esposizione del tuo campo fotovoltaico
  4. Calcola la taglia delle batterie di accumulo sulla base dei consumi reali e dello stile di vita
  5. Ricorda che la componentistica elettrica è un fattore fondamentale.

Se vuoi, fatti un’idea più approfondita di come si dimensiona un impianto fotovoltaico con accumulo, mentre se ti entusiasmano i progetti studiati per darti il massimo del risultato contattaci ai nostri recapiti (telefono: +39 3938410150 – mail: info@equadro.eu) oppure compilando questo modulo di contatto.

E ovviamente aspettiamo le tue domande e i tuoi commenti nello spazio qui sotto!

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Quanto costa un impianto fotovoltaico?

Quanto costa un impianto fotovoltaico?

Sappiamo bene che la risposta alla domanda “Quanto costa un impianto fotovoltaico?” è la cosa più importante per decidere di intraprendere un nuovo percorso di efficientamento energetico che parte dal risparmio per poi toccare la sostenibilità e la consapevolezza.

Per darti una risposta concreta dobbiamo ovviamente partire da alcuni concetti di base.

Come si compone un impianto fotovoltaico

Molti pensano che l’impianto fotovoltaico ( o impianto solare ) sia fatto di pannelli e un cavo elettrico, ma in realtà ci sono molti più elementi:

  • I pannelli (ok, questi erano ovvi)
  • L’inverter, ovvero lo strumento che trasforma la corrente continua prodotta dai pannelli in corrente alternata utilizzabile dai tuoi elettrodomestici
  • Le strutture di ancoraggio dell’impianto che devono essere corrette nel dimensionamento e nei calcoli per evitare sia distacchi dell’impianto, sia un inutile sovraccarico dell’immobile
  • I quadri elettrici per gestire il tutto.

Questi elementi compongono i costi dei soli materiali di impianto a cui vanno aggiunte la progettazione e la manodopera.

Come si sviluppa il progetto

Un impianto fotovoltaico si basa su 3 parametri fondamentali:

  1. Fabbisogno energetico del cliente
  2. Superficie disponibile per montare i pannelli
  3. Esposizione della superficie (in parole povere: verso che punto cardinale guarda?)

In sostanza sulla base dei consumi presenti in bolletta e dello spazio utile per installarlo si determina la potenza in kW e quindi gli elementi necessari a strutturare l’impianto.

Facciamo un esempio per essere più chiari

Ipotizziamo una falda orientata a sud di 30 mq e un consumo annuo in bolletta di 4000 kWh.

Tenendo presente che 1 kW di potenza sviluppa in media 1250 kWh, si calcola rapidamente che il fabbisogno utile è pari a 3,2 kWp di fotovoltaico.

Con i nostri 30 mq disponibili quanti pannelli possiamo installare?

Sappiamo anche che in meno di 6 mq possiamo installare 1 kWp, ovvero circa 3 pannelli da 340W.

Nel nostro caso per raggiungere la potenza necessaria dovremmo posizionare sul tetto 10 pannelli che occupano uno spazio pari a 20 mq disposti su 2 file da 5 pannelli l’una tenendo presente che il modulo misura 1,7m x 1m.

Cos’altro serve?

Individuare un corrugato (ovvero uno di quei tubi flessibili dove passano i cavi elettrici) che sia libero per far passare i cavi della corrente continua che partono dai pannelli fotovoltaici per arrivare all’inverter, e anche un altro per portare i cavi dell’alternata sino al quadro generale di casa.

Alla fine collochiamo l’inverter che va posizionato il più possibile vicino al campo fotovoltaico per evitare al massimo le dispersioni, ricordando che può stare anche all’esterno perché è un IP65 a tenuta stagna.

Ricordiamoci che ci sia sempre uno spazio dove posizionare il contatore di produzione che sarà installato dal Distributore locale di energia il giorno dell’allaccio.

Il regolamento dei tecnici che devono procedere a collegare l’impianto alla rete elettrica nazionale ribadisce che questi devono poter lavorare in condizioni di massima sicurezza, quindi la scelta del posizionamento per il contatore deve essere fatta in modo che non si debbano piegare, né prendere scale, né essere in prossimità di una tubazione idraulica.

Come si struttura il preventivo

Perfetto! Ora siamo pronti a vedere come si compone un preventivo. Ovviamente questo è il nostro sistema, ma ti dà ottime indicazioni su come valutare, in generale, la corretta formulazione da parte di un fornitore:

  1. Oggetto del preventivo: qui indichiamo da subito la potenza nominale scelta per l’impianto, il tipo di superficie (es: superficie inclinata) su cui sarà collocato e anche la potenza del parco batterie
  2. Descrizione generale della tipologia di impianto con il dimensionamento dei vari elementi, modelli di componenti, tecnologie scelte e indicazione di quanto compreso all’interno dell’impianto stesso
  3. Dati tecnici:
    – Potenza da installare
    – Tipologia di installazione
    – Tipologia moduli fotovoltaici
    – Tipologia inverter
    – Sistema di Accumulo
    – Strutture di supporto per moduli fotovoltaici
    – Quadri, connettori, cavi e opere elettriche
  4. Layout di posizionamento dei moduli con foto
  5. Simulazione delle prestazioni dell’impianto con descrizione del progetto corredata da calcoli basati sui consumi precedenti del Cliente e sulla resa media stimata
  6. Schede tecniche dei componenti
  7. Offerta economica
  8. Esclusioni
  9. Condizioni di fornitura

 

Vediamo quanto costa un impianto fotovoltaico

Adesso che hai capito come si strutturano progetto e preventivo i numeri possono avere un senso, quindi andiamo a vedere una simulazione di costo per un impianto fotovoltaico tipo destinato ai bisogni di una famiglia di 4 persone che per esperienza sappiamo aggirarsi sui 4500 kWh.

Su questa base possiamo pensare di installare 4 kWp di impianto fotovoltaico, che se installato su una falda esposta a sud, senza particolari complicazioni, comporta un costo del “chiavi in mano” (cioè con noi che pensiamo a tutto, dal progetto all’installazione con tecnici di nostra fiducia) da 5.600 € IVA inclusa.

Avevi idea di tutto quello che ti abbiamo raccontato oggi? Hai le idee più chiare di come si compone un progetto di fotovoltaico e dei costi che dovrai affrontare? Raccontacelo nei commenti e se vuoi maggiori chiarimenti scrivici!

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