Ecco come capire se la tua è una casa adatta al fotovoltaico

Ecco come capire se la tua è una casa adatta al fotovoltaico

Come sei arrivato o arrivata su questa pagina? I casi più probabili sono due: o hai sentito parlare di noi, ci hai cercate e hai curiosato nel sito fino a trovare questo articolo su come capire se hai una casa adatta al fotovoltaico, oppure hai cercato su Google proprio una risposta a questo quesito.

In qualunque caso ne siamo felici perché significa che hai già iniziato il tuo viaggio di consapevolezza energetica.

Ora veniamo a noi e rispondiamo alla tua domanda: la mia casa è adatta a un impianto fotovoltaico?

La risposta è, in generale, sì, perché non ci sono mai vere e proprie controindicazioni all’installazione dei pannelli, ma ci sono invece condizioni più o meno ottimali e più o meno favorevoli a livello di resa.

Per prima cosa parliamo della struttura

Un impianto fotovoltaico ha un peso che devi valutare in rapporto alla struttura dell’abitazione, ovvero alla sua portanza, la sua massima capacità di carico.

Abitazioni vecchie o deterioriate vanno valutate caso per caso per verificarne, appunto, la portanza in caso si decida di aggiungere un impianto solare.

Inoltre i pannelli fotovoltaici trovano la loro collocazione ottimale su materiali di copertura resistenti e duraturi come tegole o asfalto mentre per legno, lastre in ardesia, tetti in argilla con malta, pietra o altri è bene fare attenzione e proprio per questo le nostre valutazioni sono sempre molto accurate e partono rigorosamente dalla tipologia di materiale su cui ci troviamo a operare per garantirti la migliore soluzione per il tuo caso specifico.

Si tratta, infatti, di scegliere i pannelli e la struttura di montaggio ideali per il tuo caso specifico, quindi sta lontano da chi non ti chiede questo tipo di informazioni perché tu non sei un cliente standard. Tu sei tu e le tue esigenze partono proprio dalla struttura che hai a disposizione.

Quindi devo cambiare il tetto?

No, non devi cambiare necessariamente il tetto, ma se stavi già valutando la cosa prima di pensare a un impianto fotovoltaico, significa che è ora di farlo.

Se hai un tetto vecchio o che sta iniziando a deteriorarsi cambialo prima di procedere con il nuovo impianto perché dei buoni pannelli solari hanno un’aspettativa di vita utile dai 30 ai 40 anni, quindi non vale la pena di dover, un domani, smontare tutto per sostituire il tetto rischiando di danneggiare i pannelli nelle operazioni.

Considera anche che installando un impianto solare ad alta efficienza i risparmi economici contribuiranno a ripagare la sostituzione della copertura in pochi anni.

Parliamo di esposizione

Per capire se la tua è una casa adatta al fotovoltaico dovremo valutare anche l’esposizione, o meglio dovremo valutare la migliore soluzione tecnologica per il tuo tipo di esposizione.

Ovviamente, più luce solare diretta riceve la tua casa, maggiore è l’efficienza del sistema, ma se hai deciso di installare comunque dei pannelli solari possiamo fare un bel lavoro nonostante la presenza di zone d’ombra sul tetto o se la falda non ha una mirabolante esposizione a sud come da manuale.

In questo caso valuteremo se le zone d’ombra non sono davvero eccessive, perché se attorno alla tua abitazione hai alberi o palazzi molto alti che mettono in ombra tutto il tetto le cose, ovviamente, si complicano parecchio e i ritorni economici potrebbero essere troppo dilazionati nel tempo per essere vantaggiosi.

Se, invece, parliamo di una situazione gestibile sceglieremo per te i pannelli migliori e le soluzioni di integrazione ottimali per garantirti una resa ai massimi livelli possibili.

Parliamo di dove vivi

Sì, anche la latitudine e il clima in cui vivi hanno la loro importanza!

Anche se a parità di pannelli installati, al Nord l’impianto produce di meno rispetto alle regioni del Sud, ormai gli impianti fotovoltaici hanno ottimi rendimenti in ogni fascia climatica, perfino nei climi estremi come le zone molto piovose o i paesi alpini.

Ogni luogo però ha la sua soluzione ottimale, pertanto non ci stancheremo mai di ripeterti che non esiste l’impianto fotovoltaico ottimale ma solo quello più adatto al tuo caso specifico. Per capire di più di come si stabilisce il dimensionamento di un impianto puoi andare qui.

Hai ancora dubbi nel capire se hai una casa adatta al fotovoltaico? Contattaci e ti aiuteremo a scioglierli!


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Scaldacqua a pompa di calore o solare termico? Cosa conviene?

Scaldacqua a pompa di calore o solare termico? Cosa conviene?

Quando si parla di sfruttare le fonti rinnovabili di energia di solito ci si concentra su impianti fotovoltaici, ma esiste un’altra utilissima applicazione dell’energia naturalmente disponibile nell’ambiente, ovvero il suo utilizzo per la produzione di acqua termico sanitaria, ovvero dell’acqua che circola nei nostri impianti di riscaldamento e dell’acqua calda per bagno, cucina, ecc…

Per ottenere questo si possono sfruttare due diverse fonti energetiche:

  • L’energia del sole, proprio come nel fotovoltaico, attraverso un impianto solare termico
  • Il calore dell’aria attraverso una pompa di calore.

Vediamo ora come funzionano i due sistemi che, come scoprirai, possono anche lavorare in sinergia.

Cos’è e come funziona il solare termico

Il solare termico utilizza l’energia del sole al posto di quella del gas o altro combustibile per riscaldare sia l’acqua sanitaria sia quella necessaria all’impianto di riscaldamento, con una notevole riduzione delle spese in bolletta.

Per ottenere questo risultato può sfruttare due tipi di circolazione: forzata oppure naturale.

Con la circolazione naturale un fluido si riscalda all’interno di un collettore, cede il suo calore all’acqua contenuta in un serbatoio e quindi ricade nel punto più basso del collettore stesso semplicemente per gravità, senza l’utilizzo di circolatori.

Con la circolazione forzata, l’impianto è formato da un collettore solare a sé stante, collegato attraverso un circuito con un serbatoio all’interno dell’edificio. La pompa di circolazione del circuito solare è attivata da un regolatore differenziale di temperatura e si avvia quando la temperatura all’interno del collettore è superiore alla temperatura di riferimento impostata nel serbatoio di accumulo.

Un impianto solare termico, quindi, è composto da uno o più pannelli solari, un serbatoio di accumulo dell’acqua calda (detto bollitore) e una pompa per la circolazione dell’acqua.

Ovviamente funziona solo quando c’è il Sole. Ciò significa che dovremo sempre abbinare un generatore supplementare.

Ok, tutto chiaro, ma quali sono i vantaggi di un impianto solare termico? Vediamoli insieme:

  • sfrutti una fonte di energia rinnovabile, gratuita e sempre disponibile e ti allinei con le normative vigenti (hai presente il famoso Decreto Rinnovabili?)
  • azzeri le emissioni di CO2 e riduci il consumo di combustibili fossili (così l’ambiente è felice e se l’ambiente è felice tutti vivono meglio)
  • risparmi sulla bolletta del gas in modo concreto: fino al 50% in meno sui consumi per la produzione di acqua calda sanitaria, rispetto a un impianto a gas o gasolio, e fino al 30% in meno se usi il solare termico anche come integrazione per il riscaldamento
  • aumenti la classe di efficienza energetica della tua abitazione (ovvero la tua casa varrà di più)

Ok, ma quanto costa? Ovviamente ogni impianto prevede un preventivo personalizzato, ma puoi abbassare di molto il costo dell’investimento approfittando delle detrazioni fiscali e delle agevolazioni del Conto Termico.

Il collettore solare: piano e sottovuoto

Come per i pannelli fotovoltaici, anche per il solare termico ci sono diversi tipi di pannello e si differenziano sia per la struttura sia per il funzionamento. Le due tipologie sono il collettore solare piano e il collettore solare sottovuoto.

 

Il collettore solare termico piano

ha temperature di accumulo che possono arrivare fino a 90° e gode di una serie di vantaggi:

  • montaggio universale: non ha alcun problema con la tipologia di tetto presente sull’abitazione.
  • dimensionamento semplificato
  • lunga durata dei componenti grazie all’azzeramento dei periodi di stagnazione a elevate temperature.

 

Il collettore solare termico sottovuoto

come quello piano, è molto versatile come installazione e può essere installato sia sul tetto che in facciata, ma si differenzia dal precedente per due fattori:

  1. l’orientamento dei singoli tubi, che è al massimo di 45° per lato e
  2. l’efficienza maggiore, che si aggira attorno al 15-20% in più rispetto al pannello vetrato, perché disperde meno grazie al sottovuoto.

Essendo più efficienti, questi pannelli permettono anche di risparmiare un 30% in più di spazio occupato per ottenere la stessa resa di un collettore solare piano.

Ma non è tutto! La grande flessibilità data dall’orientamento dei singoli tubi permette di ottenere migliori risultati anche in caso di installazioni su superfici non orientate ottimamente (la classica, infida, falda a nord per esempio).

Schema impianto solare termico

Lo Scaldacqua a Pompa di Calore

Ed eccoci arrivati a parlare dello scaldacqua a pompa di calore. Questo tipo di sistema preleva energia termica rinnovabile dall’aria e la trasferisce all’acqua calda sanitaria, sfruttando cambiamenti di stato di un fluido che attraversa cicli di compressione ed espansione.

Il circuito di uno scaldacqua a pompa di calore può essere schematizzato in quattro componenti:

  • compressore
  • condensatore
  • valvola di espansione
  • evaporatore

L’energia elettrica consumata da questo impianto è soltanto quella necessaria ad attivare il ventilatore che cattura l’aria e quella per il compressore deputato al movimento del fluido frigorigeno nel circuito. Il condensatore e l’evaporatore sono costituiti da scambiatori di calore e non necessitano di elettricità per il loro funzionamento.

La pompa di calore può lavorare con aria ricircolata, prelevata dall’ambiente in cui è installata, oppure con aria canalizzata, prelevando l’aria da altri ambienti o dall’esterno, per mezzo di canalizzazioni. Questa flessibilità di installazione consentedi realizzare anche un ricambio d’aria dei locali che ne hanno bisogno.

Da sottolineare, dal punto di vista dell’efficienza, è la regolazione che permette di ottimizzare l’energia necessaria per la produzione dell’acqua calda attraverso una programmazione intuitiva a display.

Inoltre, a differenza del solare termico, la pompa di calore funziona anche in assenza di luce solare, massimizzando il risparmio.


Scopri lo scalda acqua

L’integrazione con l’impianto fotovoltaico

Un’ulteriore caratteristica importante da considerare è la possibilità di integrazione con un impianto fotovoltaico o solare termico, per un risparmio in bolletta esponenziale! L’integrazione con il fotovoltaico permette di risparmiare fino al 40% in più, mentre uno scambiatore integrato nel bollitore può essere collegato ad un impianto solare termico.

L’inverter fotovoltaico comunica alla pompa di calore quando la produzione di energia dal fotovoltaico è in eccesso rispetto a quella consumata dalle altre utenze. In questo modo, quest’ultima si attiva nei momenti di maggior produzione, evitando di richiedere energia elettrica alla rete.

L’integrazione con i pannelli solari termici riduce i tempi di funzionamento della pompa di calore ed aumenta la frazione di energia prodotta da fonti rinnovabili. Tale abbinamento consente di raggiungere classi molto elevate di efficienza energetica ed è particolarmente utile per produrre acqua calda sanitaria soprattutto in estate e nelle mezze stagioni.

Utilizzando fonti di energia gratuite presenti in natura, l’utilizzo di energia elettrica da parte delle pompe di calore è molto più contenuto rispetto a quello di ogni altro sistema di riscaldamento e produzione acs.

Pensa che per ogni kWh di energia elettrica, vengono prodotti fino a 3-5 kWh di energia termica e fino al 40% di risparmio sui costi di gestione rispetto alle migliori caldaie a condensazione.

Scaldacqua a pompa di calore o solare termico?

Perciò tra scaldacqua a pompa di calore e solare termico, quale conviene installare per la produzione di acqua nella tua casa o nel tuo ufficio?

Come sempre, se hai dubbio o domande o per avere informazioni e preventivi, scrivici.

 

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Distinguere le tipologie di pannelli fotovoltaici

Distinguere le tipologie di pannelli fotovoltaici

Quando si decide di procedere a un efficientamento energetico, uno dei punti più oscuri del preventivo è sicuramente capire se la scelta dei componenti tecnici è corretta e, in particolare, qual è la differenza fra le tipologie di impianti di pannelli fotovoltaici.

Quindi dopo aver capito quanto costa un impianto e come dimensionarlo, oggi ci concentriamo proprio su questo aspetto.

Le tipologie di pannelli fotovoltaici

I pannelli fotovoltaici possono essere di due tipi principali:

  • in silicio policristallino
  • in silicio monocristallino, che a sua volta può essere dotato di ulteriori particolarità.

Per capire la differenza tra le due tipologie, partiamo dall’inizio: le celle sono fatte di silicio, e la lavorazione del silicio è molto delicata e molto importante.

Il silicio, infatti, non sarebbe in grado, allo stato naturale, di captare l’energia del sole, ma con questo lungo processo si aggregano al silicio una serie di agenti droganti attraverso una fusione ad alte temperature e una ricottura in forno che gli attribuiscono, così, le proprietà desiderate.

Da questa lavorazione esce un grande blocco quadrato che poi viene letteralmente tagliato a fettine con spessori variabili dai 150 ai 250 micron. Queste “fettine” sono la base del processo di lavorazione di quello che noi conosciamo come il pannello fotovoltaico.

A questo punto è il momento di costruire la nostra cella, ed è anche il momento in cui si decide se creare celle monocristalline o policristalline che andranno poi a formare i pannelli veri e propri.

Il silicio policristallino

Il silicio policristallino è un ibrido, ovvero è composto da più materiali che hanno un costo di produzione inferiore rispetto al prodotto tutto nero. Le celle sono di colore blu cangiante, costituite da cristalli di silicio orientati in modo casuale.

Questo fa si che abbiano un’efficienza inferiore se colpite perpendicolarmente dai raggi del sole. Tuttavia questa pecca rappresenta anche la loro peculiarità: riescono a sfruttare meglio la luce del sole durante l’arco della giornata.

Il silicio monocristallino

Il silicio monocristallino invece ha una lavorazione un po’ più raffinata ed è composto da materie prime molto più pure, che di conseguenza hanno un costo di produzione leggermente superiore al fratello. La puoi riconoscere per il suo caratteristico colore nero.

Come dicevamo, sul modulo monocristallino si sono sviluppate varie specificità:

  • tecnologia SHINGLE/PERC: perfetta per nebbia salina e ammoniaca, in presenza di elevati carichi neve e atmosfere aggressive e che garantisce una migliore risposta in caso di ombreggiamento a causa di nuvole o sporcizia, oltre che un’ottima resa ad alte temperature;
  • tecnologia PERC HALF CUT 120 celle (60X2): in questo caso il vetro e il design delle celle forniscono un’ottima risposta in condizioni di basso irraggiamento, sono resistenti alla salinità e ammoniaca e hanno una buona resistenza PID contro la degradazione del modulo (PID = Potential Induced Degradation ovvero la degradazione dell’energia prodotta indotta a causa di una forte tensione negativa rispetto al potenziale verso terra)
  • tecnologia a 72 celle bifacciali: sono pannelli concelle bifacciali che potenzialmente sviluppano fino ad un 30% in più dando buoni risultati anche in caso di nuvolosità e con un ottimo coefficiente anche ad alte temperature.

In sintesi possiamo dire che i pannelli in silicio monocristallino rendono meglio alle basse temperature e sono più efficienti dei moduli policristallini in presenza di un’intensità solare minore. Al contrario, i moduli policristallini producono di più alle alte temperature.

Il silicio amorfo

Esiste anche una terza tipologia di pannelli solari con moduli in silicio amorfo, più flessibili dei precedenti, ma con una resa inferiore del circa 30%, dovuta al particolare procedimento attraverso il quale sono prodotti.

Infatti, i moduli in silicio amorfo non sono composti da celle fotovoltaiche ma sono formati da uno strato in vetro o superfici plastiche su cui è applicato uniformemente uno strato di silicio dal piccolissimo spessore (nell’ordine dei millesimi di millimetro), e si caratterizzano da una colorazione omogenea e scura.

Li puoi trovare sia nella tradizionale struttura rigida, sia in rotoli flessibili, molto utili per applicazioni architettoniche particolari. Sono moduli che vengono utilizzati per esposizioni non ottimali, per esempio a nord.

La resa dei pannelli solari

La resa del modulo fotovoltaico è il rapporto tra la superficie che il modulo occupa e la potenza massima che è il pannello riesce ad erogare con una radiazione costante di 1000 watt per metro quadro, ad una temperatura di 20 gradi.

Essendo questo uno standard di misura mondiale, il pannello, una volta che ha finito il suo ciclo di produzione, va in un apposito macchinario che all’interno mantiene una temperatura costante di 20 gradi e che simula una radiazione solare di 1000 watt per metro quadro con delle lampade molto sofisticate misurando quanta energia produce quel modulo fotovoltaico. In questo modo abbiamo un parametro di resa calcolato in modo univoco.

La misura di resa del pannello fornisce la “potenza di picco” del modulo stesso ovvero ci indica la potenza massima che sarà in grado di produrre quel modulo quando la temperatura sarà vicina ai 20 gradi ed il sole sarà perpendicolare su di esso con una potenza di 1000 W/m2.

Come scegliere i pannelli giusti

Ora che abbiamo chiarito tutti gli aspetti tecnici resta la domanda più importante: come faccio a sapere che il mio progettista ha scelto i pannelli migliori?

Come ben capirai non esiste una risposta assoluta a questa domanda, perché la scelta della tipologia di pannello fotovoltaico migliore dipende dalle esigenze di chi installa l’impianto, ovvero le tue.

  • Se la tua necessità è quella di risparmiare, i pannelli policristallini generalmente sono più economici e potrebbero rappresentare la scelta migliore,
  • Se hai a disposizione una superficie limitata o hai la necessità di raggiungere una potenza maggiore con poca superficie, allora sono preferibili i moduli in silicio monocristallino.

Nel dubbio chiedi sempre chiarimenti al tuo progettista e se non sai a chi rivolgerti contattaci quando vuoi!

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I 5 grandi errori nel dimensionamento di un impianto fotovoltaico

I 5 grandi errori nel dimensionamento di un impianto fotovoltaico

Oggi ormai tutti parlano di fotovoltaico, il mercato offre moltissima scelta di impianti, moduli, installatori ed è difficile orientarsi fra le molte proposte possibili.

Ecco perché vogliamo parlarti di uno dei temi più importanti da discutere quando si fa la scelta di rendere energeticamente efficiente la propria abitazione: il dimensionamento dell’impianto.

Lo faremo parlandoti di come evitare 5 errori comuni nel dimensionamento di un impianto fotovoltaico, così potrai fare le domande più giuste al tuo installatore e capire se il tuo nuovo sistema sarà coretto rispetto alle esigenze reali.

Errore 1: Non stimare i consumi energetici presenti e futuri

Valutare i consumi presenti e futuri di chi vivrà nell’edificio è fondamentale per avere una base concreta su cui tarare la taglia dell’impianto.

Il problema può essere, ovviamente, quello di sottostimare il fabbisogno energetico perché si vanno a trascurare le future esigenze che si presenteranno.

Ad esempio se l’abitazione è di una giovane coppia senza figli, sarà importante valutare se la famiglia aumenterà nel giro di poco tempo, così da non dover poi intervenire successivamente.

Oppure andremo a considerare lo stato dell’attuale caldaia perché anche se si decidesse di non sostituirla ora con una pompa di calore, sarà opportuno capire quando sarà il momento e chiedersi se non sia opportuno strutturare fin da ora l’impianto fotovoltaico per gestire la pompa in serenità.

Ma un problema può anche essere il sovradimensionamento del sistema come invece accadeva in passato quando si poteva usufruire di incentivi in Conto Energia che premiavano la quota di energia prodotta.

Oggi il risparmio in bolletta, lo scambio sul Posto e le detrazioni fiscali fanno optare per impianti tagliati su misura per le proprie esigenze energetiche e non oltre.

Errore 2: Non studiare correttamente la taglia dell’inverter

La taglia dell’inverter non deve essere sovradimensionata o sottodimensionata rispetto al campo fotovoltaico, perché il rendimento dell’inverter stesso si riduce in caso di configurazioni distanti dalla sua taglia nominale (in pratica: un inverter da 10 kW si sposa bene con un campo da 10 kW).

Inoltre un inverter sottodimensionato rispetto al campo fotovoltaico potrebbe in condizioni ottimali di irraggiamento (quindi soprattutto in estate) andare a ridurre la produzione di energia invece di renderla disponibile e fruibile all’utenza perché la potenza in uscita dall’inverter fa da collo di bottiglia, bloccando la conversione dell’eccedenza di produzione in ingresso all’inverter proveniente dai pannelli.

Traducendo: se il campo fotovoltaico produce di più rispetto alla taglia dell’inverter, questo non sarà in grado di convertire l’energia “grezza” del campo in energia utilizzabile dagli apparecchi di casa.

Purtroppo qui torna in campo il mercato: non tutti i marchi di inverter hanno “mezze taglie” di potenza e può capitare, ad esempio, di realizzare un campo fotovoltaico da 4,5 kw e dover scegliere se installare un inverter da 4 o 5 kW.

In casi come questo, ti ricordiamo che la taglia nominale del campo fotovoltaico, valutata con particolari valori di irraggiamento, intensità del vento e temperatura esterna, si raggiungerà in rare occasioni nella realtà quindi una leggera sottostima della potenza dell’inverter è ammissibile.

Errore 3: Non valutare correttamente spazi ed esposizione

Il dimensionamento di un campo fotovoltaico dipende da 3 parametri:

  1. Esigenze di consumo (di cui abbiamo già parlato)
  2. Spazio utile disponibile
  3. Esposizione della superficie di installazione.

Calcolare correttamente lo spazio utile disponibile ci permette di sapere quanto dei consumi energetici stimati potrà realmente essere coperto dalla produzione di energia con il fotovoltaico, ma solo se ci ricorderemo di escludere dal conteggio le zone in ombra  oppure bypassando, almeno in parte, la questione grazie a degli ottimizzatori di potenza.

Ovviamente a parità di superficie avremo una resa maggiore da un impianto con una buona esposizione verso sud rispetto a uno situato nei quadranti Nord-Est o Nord-Ovest.

Errore 4: Sbagliare la taglia delle batterie di accumulo

Se il nostro consumo energetico si concentra nella parte finale della giornata (sera e notte) o se vogliamo sfruttare l’energia autoprodotta al massimo delle sue potenzialità, sarà vantaggioso installare un sistema di accumulo.

Anche in questo caso dovremo valutare accuratamente la taglia batterie di accumulo, sia in funzione di quanto il campo fotovoltaico è in grado di sviluppare nello specifico (ovvero quanti saranno i kWh prodotti in funzione del luogo, dell’esposizione e dell’inclinazione) sia delle esigenze energetiche nelle varie fasce orarie dell’utenza perché se la produzione fotovoltaica viene in buona parte assorbita dai consumi diurni è bene rendersi conto di quanto realmente potrebbe essere stoccato in batteria così da non sovradimensionarle.

Errore 5: Non valutare correttamente la componentistica elettrica

Quando si parla di componentistica elettrica si tende a sottovalutarne l’importanza ai fini del dimensionamento corretto e poi del rendimento ottimale dell’impianto fotovoltaico.

È importante valutare con attenzione la componentistica elettrica, come ad esempio la sezione dei cavi in corrente continua e corrente alternata in funzione della lunghezza del tratto da percorrere, o ancora la presenza di scaricatori di tensione sia nel quadro della continua sia nel quadro dell’alternata, al fine di proteggere tutto l’impianto da sovratensioni provenienti dai moduli fotovoltaici e che da possibili anomalie di tensione provenienti dalla Rete.

Ebbene sì, la dimensione di un cavo fa la differenza, così come non tutti i quadri elettrici sono uguali e valutarli correttamente è fondamentale!

Come evitare i 5 errori comuni nel dimensionamento di un impianto fotovoltaico

Riassumiamo! Tirando le somme, per evitare i 5 errori comuni nel dimensionamento di un impianto fotovoltaico, ecco 5 consigli per dimensionarlo in modo corretto:

  1. Stima correttamente i consumi energetici presenti e futuri
  2. Studia con attenzione la taglia dell’inverter
  3. Valuta spazi ed esposizione del tuo campo fotovoltaico
  4. Calcola la taglia delle batterie di accumulo sulla base dei consumi reali e dello stile di vita
  5. Ricorda che la componentistica elettrica è un fattore fondamentale.

Se vuoi, fatti un’idea più approfondita di come si dimensiona un impianto fotovoltaico con accumulo, mentre se ti entusiasmano i progetti studiati per darti il massimo del risultato contattaci ai nostri recapiti (telefono: +39 3938410150 – mail: info@equadro.eu) oppure compilando questo modulo di contatto.

E ovviamente aspettiamo le tue domande e i tuoi commenti nello spazio qui sotto!

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Cosa significa efficienza energetica di una casa

Cosa significa efficienza energetica di una casa

Ogni giorno, nel nostro lavoro, parliamo di cosa significa efficienza energetica, di efficientamento energetico, perché la nostra filosofia professionale punta a trovare la soluzione migliore per te e per tutti i nostri clienti, la soluzione che coniuga al massimo livello il risparmio economico e le prestazioni degli strumenti che usi nelle tue giornate.

Insomma, per farla breve noi vogliamo che tu possa risparmiare ma mai trovandoti in difficoltà nel fare una lavatrice, avere una casa calda o usando computer e altri device.

Quindi oggi parliamo di cos’è davvero l’efficienza energetica di una casa e di come portarla ai massimi livelli grazie alle scelte tecniche e alle azioni quotidiane.

 

Diamo una definizione tecnica di efficienza energetica

In ingegneria il termine “efficienza energetica” indica la capacità di un sistema fisico di ottenere un dato risultato utilizzando meno energia rispetto ad altri sistemi detti a minor efficienza, aumentandone generalmente il rendimento e consentendo dunque un risparmio energetico ed una riduzione dei costi di esercizio.

Ok, traduciamo dal ingegnerese 😀 : efficienza energetica indica, quindi, la capacità di riuscire a fare di più con meno, adottando le migliori tecnologie/tecniche disponibili sul mercato e un comportamento più consapevole e responsabile verso gli usi energetici.

 

Come ottimizzare l’efficienza energetica della tua casa?

Il vero segreto, la vera risposta a questa domanda è: scegliendo gli impianti giusti.

Facciamo l’esempio del riscaldamento: conviene di più il riscaldamento “classico” a metano o uno a pompa di calore?

Premessa per chiarirti eventuali punti oscuri: la pompa di calore è un sistema che utilizza energia elettrica per produrre energia termica (=riscaldare l’acqua) mentre nel riscaldamento tradizionale l’acqua è riscaldata con gas metano tramite la classica caldaia (che comunque ha bisogno di energia elettrica per funzionare). Nel nostro esempio, quindi, a differenza non è fra riscaldamento ad aria e riscaldamento ad acqua, ma nel mondo in cui l’acqua viene riscaldata.

In climi miti, un sistema di riscaldamento a pompa di calore produce tre o quattro volte più energia termica rispetto all’energia elettrica che consuma e ti consente un risparmio sull’utilizzo di questa energia primaria che va dal 40% al 60%.

Quindi anche se all’inizio dovrai spendere di più per acquistare il generatore elettrico, le prestazioni della pompa di calore saranno circa 4 volte superiori rispetto a quelle di una caldaia tradizionale.

Questo ti permette costi di gestione molto inferiori e un rientro rapido della spesa, tanto da favorire negli ultimi anni l’idea di sostituire la caldaia con la pompa di calore per la climatizzazione (riscaldamento e raffrescamento) e la produzione di acqua calda sanitaria.

Ma la scelta fra impianti più o meno efficienti non si ferma qui: visto che la tecnologia a pompa di calore è più efficiente rispetto a un sistema con caldaia perché lavora bene alle basse temperature garantendo comfort, dobbiamo anche ragionare su quale sistema di riscaldamento sia il migliore da utilizzare in abbinamento a questa tecnologia. Qui la scelta è semplice: la pompa di calore riduce ancora di più i consumi quando è abbinata ad un sistema di diffusione del calore a pavimento piuttosto che a soffitto o a parete perché sistema radiante lavora con una temperatura di mandata più bassa rispetto ai tradizionali termosifoni.

Infine, se pensi di realizzare un impianto integrato, una pompa di calore con un impianto fotovoltaico da cui attingere energia elettrica gratuita di giorno ti permetterà di raggiungere la massima efficienza.

se abiti in zone con temperature più rigide? In questo caso l’efficienza per riscaldare casa potrebbe essere raggiunta anche dal funzionamento di una pompa di calore con caldaia a condensazione, il cosiddetto sistema ibrido in cui differenti generatori di calore lavorano in combinazione, o in alternanza, per soddisfare insieme gli obiettivi di riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria. Una gran bella innovazione tecnologica!

Stai ragionando sugli elettrodomestici per la tua nuova casa o devi sostituirne uno o più di uno? Un’altra scelta legata al tipo di strumenti è proprio quella degli elettrodomestici: controlla la classe energetica e cerca di scegliere quelli in A+ o A++. Quando valuti una lavatrice o una lavastoviglie controlla che abbiano anche programmi di lavaggi ECO.

 

Come migliorare ancora con le azioni quotidiane

Ok, scegliere gli impianti giusti è il primo segreto per un’efficienza energetica che sia davvero tale, ma ci vogliamo forse fermare qui? Ovviamente no!

Una delle nostre missioni e affiancare alle scelte tecniche anche un cambiamento più profondo dei comportamenti quotidiani.

Quindi ecco i nostri consigli per migliorare ancora di più con piccole azioni quotidiane:

  1. Usare lampadine a basso assorbimento energetico (per intenderci: quelle a led)
  2. Se hai un sistema a pompa di calore per riscaldare casa, tenerla sempre accesa ed evitare continui on-off per gli spunti di energia elettrica in bolletta
  3. Se hai un impianto fotovoltaico cercare di attivare gli elettrodomestici possibilmente nelle ore diurne;
  4. Azionare la lavastoviglie o la lavatrice a pieno carico e con temperature di lavaggio sui 40° con funzione eco
  5. Spegni gli stand by quando non usi elettrodomestici e device.

Ora passiamo la palla a te: quali di questi comportamenti virtuosi hai messo in atto?

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