Fotovoltaico per le aziende: credito d’imposta del 10% per aiutare le aziende ad essere più green

Fotovoltaico per le aziende: credito d’imposta del 10% per aiutare le aziende ad essere più green

Il fotovoltaico per le aziende diventa sempre più conveniente, grazie anche al calo dei prezzi. Produrre energia sostenibile è un’esigenza che riguarda sempre più aziende italiane perché da un lato permette di abbattere i costi energetici e dall’altro gli incentivi forniti sono convenienti.

Infatti, l’installazione di impianti fotovoltaici industriali riduce considerevolmente il costo della bolletta elettrica e permette di produrre autonomamente energia sostenibile. Inoltre, vengono ridotti lo smog, l’inquinamento e l’emissione di polveri sottili.

Già da qualche anno, lo Stato italiano sta cercando di stimolare le industrie a produrre energia da fonti rinnovabili. Fino al 2020 esisteva per le aziende Super-ammortamento al 130% che permetteva di incrementare fino al 30% il costo del bene acquistato.

Con la Legge di Bilancio del 2020 il Super-ammortamento ha lasciato il posto ad un nuovo incentivo statale: il credito d’imposta al 10% che rientra all’interno del Piano Transizione 4.0.

Prima di proseguire, vediamo nel dettaglio cosa sono.

Che cos’è il credito d’imposta?

Il credito d’imposta ha a che fare con le tasse e viene utilizzato per avere uno sconto sui tributi da pagare a fine anno.

Si tratta di un qualsiasi credito che l’azienda vanta nei confronti dello Stato e può essere utilizzato:

  • per compensare eventuali debiti nei confronti dell’erario,
  • per il pagamento dei tributi
  • per chiedere il rimborso nella dichiarazione dei redditi.

Per quanto riguarda l’acquisto dei beni strumentali, il credito d’imposta è da spalmare nell’arco di 5 anni.

Il Piano Transizione 4.0

Il Piano Transizione 4.0 ha l’obiettivo di favorire le imprese nel processo di transizione tecnologica e di sostenibilità ambientale. Per realizzarlo, sono stati stanziati circa 24 miliardi di Euro.

La Legge di Bilancio 2021 ha aumentato il credito d’imposta dal 6 al 10% per l’acquisto di beni strumentali ordinari (in cui è compreso anche il fotovoltaico) entro il 31 dicembre 2021. Dopo questa data, il credito d’imposta tornerà ad essere del 6%. Il 2021 risulta essere quindi un anno particolarmente conveniente per le aziende che decidono di installare il fotovoltaico.

Il limite della spesa è fissato a 2 milioni di euro e, se entro il 31 dicembre 2021 sarà stata versata la somma pari al 20% del totale, è possibile acquistare e installare i beni strumentali entro il 30 giugno 2022.

Un esempio pratico

Una Società di trasporti a cui anni fa installammo un impianto fotovoltaico da 10 kW, oggi a fronte di un aumento dei costi sulle bollette, ci ha contattate per chiederci un’analisi dettagliata dei suoi consumi e per capire se un repowering (aumento della potenza) e l’aggiunta delle batterie che stoccano l’energia prodotta in surplus, possano fare al suo caso .

Dai dati ricavati dai file elaborati dal GSE sulle immissioni e prelievi, abbiamo riscontrato che la soluzione ideale, sarebbe quella di aumentare la potenza del campo fotovoltaico esistente per  tendere di ridurre quasi a “0” l’energia acquistata. Tale sistema andrebbe supportato con ulteriori 10 kW e un sistema di accumulo da almeno 20kWh.

Approfittando delle agevolazioni statali riguardanti il credito d’imposta al 10% la spesa per l’azienda sarebbe ammortizzata e inoltre avrebbe dei benefici sulla bolletta, infatti il miglioramento dell’impianto fotovoltaico comporterebbe una diminuzione dell’energia acquistata dal gestore e un ritorno economico dell’investimento in 10 anni come da elaborato grafico.

equadro 1

Leggendo i dati riportati nel grafico evinciamo che l’azienda nel corso di 10 anni risparmierà sempre di più sulla bolletta, e acquisterà sempre meno energia dal gestore della luce. Ci sarà sempre poi un “SALVADANAIO” il c.d. Scambio sul Posto che equivale al contributo che lo Stato ti restituisce per l’energia prodotta, non consumata ma immessa in RETE. Un’azienda quando investe destina la sua liquidità all’innovazione incidendo in questo modo sull’abbattimento delle tasse.

Il 2021, grazie al credito d’imposta al 10%, risulta essere l’anno ideale per le aziende che decidono di investire sul fotovoltaico e su tutte le soluzioni che tutelano l’ambiente e che riducono le emissioni di gas serra o polveri sottili.

Che aspettate? Chiedete un preventivo a Equadro!

I 5 grandi errori nel dimensionamento di un impianto fotovoltaico

I 5 grandi errori nel dimensionamento di un impianto fotovoltaico

Oggi ormai tutti parlano di fotovoltaico, il mercato offre moltissima scelta di impianti, moduli, installatori ed è difficile orientarsi fra le molte proposte possibili.

Ecco perché vogliamo parlarti di uno dei temi più importanti da discutere quando si fa la scelta di rendere energeticamente efficiente la propria abitazione: il dimensionamento dell’impianto.

Lo faremo parlandoti di come evitare 5 errori comuni nel dimensionamento di un impianto fotovoltaico, così potrai fare le domande più giuste al tuo installatore e capire se il tuo nuovo sistema sarà coretto rispetto alle esigenze reali.

Errore 1: Non stimare i consumi energetici presenti e futuri

Valutare i consumi presenti e futuri di chi vivrà nell’edificio è fondamentale per avere una base concreta su cui tarare la taglia dell’impianto.

Il problema può essere, ovviamente, quello di sottostimare il fabbisogno energetico perché si vanno a trascurare le future esigenze che si presenteranno.

Ad esempio se l’abitazione è di una giovane coppia senza figli, sarà importante valutare se la famiglia aumenterà nel giro di poco tempo, così da non dover poi intervenire successivamente.

Oppure andremo a considerare lo stato dell’attuale caldaia perché anche se si decidesse di non sostituirla ora con una pompa di calore, sarà opportuno capire quando sarà il momento e chiedersi se non sia opportuno strutturare fin da ora l’impianto fotovoltaico per gestire la pompa in serenità.

Ma un problema può anche essere il sovradimensionamento del sistema come invece accadeva in passato quando si poteva usufruire di incentivi in Conto Energia che premiavano la quota di energia prodotta.

Oggi il risparmio in bolletta, lo scambio sul Posto e le detrazioni fiscali fanno optare per impianti tagliati su misura per le proprie esigenze energetiche e non oltre.

Errore 2: Non studiare correttamente la taglia dell’inverter

La taglia dell’inverter non deve essere sovradimensionata o sottodimensionata rispetto al campo fotovoltaico, perché il rendimento dell’inverter stesso si riduce in caso di configurazioni distanti dalla sua taglia nominale (in pratica: un inverter da 10 kW si sposa bene con un campo da 10 kW).

Inoltre un inverter sottodimensionato rispetto al campo fotovoltaico potrebbe in condizioni ottimali di irraggiamento (quindi soprattutto in estate) andare a ridurre la produzione di energia invece di renderla disponibile e fruibile all’utenza perché la potenza in uscita dall’inverter fa da collo di bottiglia, bloccando la conversione dell’eccedenza di produzione in ingresso all’inverter proveniente dai pannelli.

Traducendo: se il campo fotovoltaico produce di più rispetto alla taglia dell’inverter, questo non sarà in grado di convertire l’energia “grezza” del campo in energia utilizzabile dagli apparecchi di casa.

Purtroppo qui torna in campo il mercato: non tutti i marchi di inverter hanno “mezze taglie” di potenza e può capitare, ad esempio, di realizzare un campo fotovoltaico da 4,5 kw e dover scegliere se installare un inverter da 4 o 5 kW.

In casi come questo, ti ricordiamo che la taglia nominale del campo fotovoltaico, valutata con particolari valori di irraggiamento, intensità del vento e temperatura esterna, si raggiungerà in rare occasioni nella realtà quindi una leggera sottostima della potenza dell’inverter è ammissibile.

Errore 3: Non valutare correttamente spazi ed esposizione

Il dimensionamento di un campo fotovoltaico dipende da 3 parametri:

  1. Esigenze di consumo (di cui abbiamo già parlato)
  2. Spazio utile disponibile
  3. Esposizione della superficie di installazione.

Calcolare correttamente lo spazio utile disponibile ci permette di sapere quanto dei consumi energetici stimati potrà realmente essere coperto dalla produzione di energia con il fotovoltaico, ma solo se ci ricorderemo di escludere dal conteggio le zone in ombra  oppure bypassando, almeno in parte, la questione grazie a degli ottimizzatori di potenza.

Ovviamente a parità di superficie avremo una resa maggiore da un impianto con una buona esposizione verso sud rispetto a uno situato nei quadranti Nord-Est o Nord-Ovest.

Errore 4: Sbagliare la taglia delle batterie di accumulo

Se il nostro consumo energetico si concentra nella parte finale della giornata (sera e notte) o se vogliamo sfruttare l’energia autoprodotta al massimo delle sue potenzialità, sarà vantaggioso installare un sistema di accumulo.

Anche in questo caso dovremo valutare accuratamente la taglia batterie di accumulo, sia in funzione di quanto il campo fotovoltaico è in grado di sviluppare nello specifico (ovvero quanti saranno i kWh prodotti in funzione del luogo, dell’esposizione e dell’inclinazione) sia delle esigenze energetiche nelle varie fasce orarie dell’utenza perché se la produzione fotovoltaica viene in buona parte assorbita dai consumi diurni è bene rendersi conto di quanto realmente potrebbe essere stoccato in batteria così da non sovradimensionarle.

Errore 5: Non valutare correttamente la componentistica elettrica

Quando si parla di componentistica elettrica si tende a sottovalutarne l’importanza ai fini del dimensionamento corretto e poi del rendimento ottimale dell’impianto fotovoltaico.

È importante valutare con attenzione la componentistica elettrica, come ad esempio la sezione dei cavi in corrente continua e corrente alternata in funzione della lunghezza del tratto da percorrere, o ancora la presenza di scaricatori di tensione sia nel quadro della continua sia nel quadro dell’alternata, al fine di proteggere tutto l’impianto da sovratensioni provenienti dai moduli fotovoltaici e che da possibili anomalie di tensione provenienti dalla Rete.

Ebbene sì, la dimensione di un cavo fa la differenza, così come non tutti i quadri elettrici sono uguali e valutarli correttamente è fondamentale!

Come evitare i 5 errori comuni nel dimensionamento di un impianto fotovoltaico

Riassumiamo! Tirando le somme, per evitare i 5 errori comuni nel dimensionamento di un impianto fotovoltaico, ecco 5 consigli per dimensionarlo in modo corretto:

  1. Stima correttamente i consumi energetici presenti e futuri
  2. Studia con attenzione la taglia dell’inverter
  3. Valuta spazi ed esposizione del tuo campo fotovoltaico
  4. Calcola la taglia delle batterie di accumulo sulla base dei consumi reali e dello stile di vita
  5. Ricorda che la componentistica elettrica è un fattore fondamentale.

Se vuoi, fatti un’idea più approfondita di come si dimensiona un impianto fotovoltaico con accumulo, mentre se ti entusiasmano i progetti studiati per darti il massimo del risultato contattaci ai nostri recapiti (telefono: +39 3938410150 – mail: info@equadro.eu) oppure compilando questo modulo di contatto.

E ovviamente aspettiamo le tue domande e i tuoi commenti nello spazio qui sotto!

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Quanto costa un impianto fotovoltaico?

Quanto costa un impianto fotovoltaico?

Sappiamo bene che la risposta alla domanda “Quanto costa un impianto fotovoltaico?” è la cosa più importante per decidere di intraprendere un nuovo percorso di efficientamento energetico che parte dal risparmio per poi toccare la sostenibilità e la consapevolezza.

Per darti una risposta concreta dobbiamo ovviamente partire da alcuni concetti di base.

Come si compone un impianto fotovoltaico

Molti pensano che l’impianto fotovoltaico ( o impianto solare ) sia fatto di pannelli e un cavo elettrico, ma in realtà ci sono molti più elementi:

  • I pannelli (ok, questi erano ovvi)
  • L’inverter, ovvero lo strumento che trasforma la corrente continua prodotta dai pannelli in corrente alternata utilizzabile dai tuoi elettrodomestici
  • Le strutture di ancoraggio dell’impianto che devono essere corrette nel dimensionamento e nei calcoli per evitare sia distacchi dell’impianto, sia un inutile sovraccarico dell’immobile
  • I quadri elettrici per gestire il tutto.

Questi elementi compongono i costi dei soli materiali di impianto a cui vanno aggiunte la progettazione e la manodopera.

Come si sviluppa il progetto

Un impianto fotovoltaico si basa su 3 parametri fondamentali:

  1. Fabbisogno energetico del cliente
  2. Superficie disponibile per montare i pannelli
  3. Esposizione della superficie (in parole povere: verso che punto cardinale guarda?)

In sostanza sulla base dei consumi presenti in bolletta e dello spazio utile per installarlo si determina la potenza in kW e quindi gli elementi necessari a strutturare l’impianto.

Facciamo un esempio per essere più chiari

Ipotizziamo una falda orientata a sud di 30 mq e un consumo annuo in bolletta di 4000 kWh.

Tenendo presente che 1 kW di potenza sviluppa in media 1250 kWh, si calcola rapidamente che il fabbisogno utile è pari a 3,2 kWp di fotovoltaico.

Con i nostri 30 mq disponibili quanti pannelli possiamo installare?

Sappiamo anche che in meno di 6 mq possiamo installare 1 kWp, ovvero circa 3 pannelli da 340W.

Nel nostro caso per raggiungere la potenza necessaria dovremmo posizionare sul tetto 10 pannelli che occupano uno spazio pari a 20 mq disposti su 2 file da 5 pannelli l’una tenendo presente che il modulo misura 1,7m x 1m.

Cos’altro serve?

Individuare un corrugato (ovvero uno di quei tubi flessibili dove passano i cavi elettrici) che sia libero per far passare i cavi della corrente continua che partono dai pannelli fotovoltaici per arrivare all’inverter, e anche un altro per portare i cavi dell’alternata sino al quadro generale di casa.

Alla fine collochiamo l’inverter che va posizionato il più possibile vicino al campo fotovoltaico per evitare al massimo le dispersioni, ricordando che può stare anche all’esterno perché è un IP65 a tenuta stagna.

Ricordiamoci che ci sia sempre uno spazio dove posizionare il contatore di produzione che sarà installato dal Distributore locale di energia il giorno dell’allaccio.

Il regolamento dei tecnici che devono procedere a collegare l’impianto alla rete elettrica nazionale ribadisce che questi devono poter lavorare in condizioni di massima sicurezza, quindi la scelta del posizionamento per il contatore deve essere fatta in modo che non si debbano piegare, né prendere scale, né essere in prossimità di una tubazione idraulica.

Come si struttura il preventivo

Perfetto! Ora siamo pronti a vedere come si compone un preventivo. Ovviamente questo è il nostro sistema, ma ti dà ottime indicazioni su come valutare, in generale, la corretta formulazione da parte di un fornitore:

  1. Oggetto del preventivo: qui indichiamo da subito la potenza nominale scelta per l’impianto, il tipo di superficie (es: superficie inclinata) su cui sarà collocato e anche la potenza del parco batterie
  2. Descrizione generale della tipologia di impianto con il dimensionamento dei vari elementi, modelli di componenti, tecnologie scelte e indicazione di quanto compreso all’interno dell’impianto stesso
  3. Dati tecnici:
    – Potenza da installare
    – Tipologia di installazione
    – Tipologia moduli fotovoltaici
    – Tipologia inverter
    – Sistema di Accumulo
    – Strutture di supporto per moduli fotovoltaici
    – Quadri, connettori, cavi e opere elettriche
  4. Layout di posizionamento dei moduli con foto
  5. Simulazione delle prestazioni dell’impianto con descrizione del progetto corredata da calcoli basati sui consumi precedenti del Cliente e sulla resa media stimata
  6. Schede tecniche dei componenti
  7. Offerta economica
  8. Esclusioni
  9. Condizioni di fornitura

 

Vediamo quanto costa un impianto fotovoltaico

Adesso che hai capito come si strutturano progetto e preventivo i numeri possono avere un senso, quindi andiamo a vedere una simulazione di costo per un impianto fotovoltaico tipo destinato ai bisogni di una famiglia di 4 persone che per esperienza sappiamo aggirarsi sui 4500 kWh.

Su questa base possiamo pensare di installare 4 kWp di impianto fotovoltaico, che se installato su una falda esposta a sud, senza particolari complicazioni, comporta un costo del “chiavi in mano” (cioè con noi che pensiamo a tutto, dal progetto all’installazione con tecnici di nostra fiducia) da 5.600 € IVA inclusa.

Avevi idea di tutto quello che ti abbiamo raccontato oggi? Hai le idee più chiare di come si compone un progetto di fotovoltaico e dei costi che dovrai affrontare? Raccontacelo nei commenti e se vuoi maggiori chiarimenti scrivici!

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Accumulo sì o no? Facciamo i conti

Accumulo sì o no? Facciamo i conti

C’è un tema che da un po’ di tempo fa dibattere molto nel mondo dell’efficientamento energetico: gli impianti fotovoltaici con accumulo.

Le fazioni sono due: i pro accumulo e i contro l’accumulo.

Prima di dirti come la pensiamo noi vediamo cos’è un sistema di accumulo dell’energia prodotta dal tuo impianto fotovoltaico.

Il sistema di accumulo è costituito da batterie agli ioni di litio che si caricano con il surplus di energia prodotta dall’impianto fotovoltaico. Il dimensionamento della batteria nasce da una media giornaliera su base annuale della produzione fotovoltaica stimata (ovvero, come sempre, partiamo dalle tue necessità per progettare l’impianto).

Entriamo ora nel vivo di questo post e rispondiamo alla domanda bomba: conviene montare un sistema di accumulo?

La risposta è di quelle che aspetti per tutta la vita: dipende.

Delusione? Forse, perché ci piacerebbe che la tecnologia fosse fatta solo di risposte assolute, di sì e di no categorici, ma la verità è che il centro di un progetto di efficientamento energetico sei tu, sono i tuoi bisogni, i tuoi consumi e le tue esigenze.

Facciamo due esempi semplicissimi prendendo la classica famiglia con 2 adulti e 2 bambini.

Caso A: il fotovoltaico standard

Dei due adulti solo uno lavora fuori casa (non entriamo nel dettaglio dell’eventuale lavoro da casa del secondo adulto perché influisce, ma solo marginalmente) e i due bambini vanno a scuola solo alla mattina.

Questo significa che 3 persone saranno sempre in casa con necessità di riscaldamento invernale (la caldaia ha bisogno di elettricità) e condizionamento estivo, elettrodomestici in funzione, luci accese, consolle e computer accesi (se poi parliamo di adolescenti e non di bambini…apriti cielo!).

Questa famiglia avrà un consumo di elettricità spalmato su tutta la giornata, ma soprattutto in fascia diurna, consentendo di consumare subito l’energia prodotta dall’impianto e potendo anche approfittare dell’opportunità data dallo scambio sul posto (SSP), ovvero della cessione al Gestore dell’energia prodotta in eccesso dall’impianto (sì, perfino con due adolescenti in casa è possibile produrre più energia di quanta ne utilizzerai!).

In questo caso il sistema di accumulo non è indispensabile, perché l’energia viene consumata nel momento in cui viene prodotta.

Caso B: il sistema di accumulo

Nella nostra ipotetica famiglia i due adulti lavorano entrambi fuori casa 8 ore al giorno e i figli vanno a scuola a tempo pieno e restano dai nonni fino a che i genitori non li vanno a prendere.

L’istinto direbbe che un impianto fotovoltaico non è utile per questa famiglia, ma oggi abbiamo i sistemi di accumulo che ci consentono, grazie alle batterie, di immagazzinare l’energia prodotta durante il giorno che viene poi utilizzata di sera quando la nostra famiglia si ritrova fra le calde mura domestiche.

È ora che il fabbisogno energetico sarà più alto fra lavatrici da fare, luci accese, film da vedere e tutto quello che ben sai. Per fortuna esistono i sistemi di accumulo!

Diamo un po’ di numeri

Con un normale impianto fotovoltaico arriveremo a un 30% di autoconsumo e un 70% di immissione di energia in rete, mentre con un sistema di accumulo avremo il 70% di autoconsumo e il 30% di immissione in rete.

Quindi come dimensionare un impianto con sistema di accumulo?

Quando progetteremo il tuo impianto calcoleremo che il 30% dell’energia prodotta andrà in autoconsumo, il 40% dovrà essere accumulata (la sera si consuma sempre di più per via delle luci accese e del riscaldamento/condizionamento) e l’ultimo 30% verrà reimmesso in rete.

Ipotizziamo un consumo annuo di energia (quello che vedi in bolletta) della nostra famiglia di 3693 kWh e che nel punto in cui è posizionata la loro casa un impianto da 1 kW produca 1412 kWh. Facendo il semplice calcolo 3693/1412 vediamo che ci serviranno 2.62 kW di impianto per coprire il fabbisogno standard. Per stare tranquilli sovradimensioniamo l’impianto a 3 kW per una produzione totale di 4236 kWh.

Ok, ma allora basta inserire il sistema di accumulo per immagazzinare tutta questa energia?

No, bisogna fare degli altri calcoli perché questa è l’energia che ci serve, ma le nostre batterie ne assorbiranno il 40% che dovremo però dividere, per avere la taglia esatta necessaria del sistema, per il numero di cicli di carica e scarica che le batterie generalmente compiono (le batterie di ogni dimensione funzionano come quelle del tuo telecomando, ovvero prima o poi si consumano).

Facciamo i calcoli

  • 0,4 x 4236 kWh = 1694 kWh
  • 1694 kWh / 320 cicli/anno = 5,29 kWh

Questa sarà la taglia del nostro accumulo, che noi andremo a sovradimensionare a 6 kWh.

Ecco come funziona tecnicamente un sistema di accumulo per il tuo impianto fotovoltaico, numeri alla mano.

Cosa ne pensi? Lasciaci un commento o una domanda qui nei commenti, non vediamo l’ora di parlarne con te!

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Cos’è e cosa fa il fotovoltaico

Cos’è e cosa fa il fotovoltaico

Inauguriamo il nostro blog con un articolo che ti farà capire in modo preciso cos’è e cosa fa un impianto fotovoltaico.

Perché parlare oggi di risparmio energetico sembra molto facile: vediamo pubblicità, sentiamo interviste, leggiamo articoli, ma quanto di tutto questo ti è davvero comprensibile?

In Equadro abbiamo una filosofia che ci accompagna da sempre: il cliente ha il diritto di capire cosa sta acquistando. Quindi tutti pronti? Si parte!

La definizione scientifica di impianto fotovoltaico

Cerchiamo di essere rigorosi e partiamo dalla definizione più scientifica di fotovoltaico:

Un impianto fotovoltaico è un impianto capace di generare energia elettrica tramite la captazione della radiazione solare.

Infatti grazie all’effetto fotovoltaico, la luce solare innesca il passaggio di corrente. Nello specifico, quando un fotone (quanto di energia della luce) colpisce un semiconduttore opportunamente drogato (come il silicio, di cui sono fatti principalmente i pannelli fotovoltaici), gli elettroni passano dalla banda di valenza a quella di conduzione e vi è passaggio di corrente. Un impianto fotovoltaico è costituito dall’assemblaggio di più pannelli fotovoltaici e dalla necessaria componente elettrica ed elettronica.

Lo sappiamo, la prima volta viene il mal di testa, ma le cose sono molto più semplici di quello che sembrano e soprattutto possono essere spiegate in modo più semplice.

Ecco cosa significa in concreto

Per scendere molto nel concreto, un impianto fotovoltaico è un sistema che trasforma l’energia solare in energia elettrica disponibile per i tuoi consumi, ovviamente per quelli di tipo elettrico.

Un impianto fotovoltaico, almeno in linea teorica, può essere installato in due modalità: collegato alla rete elettrica del tuo fornitore di energia oppure no.

Perché diciamo “teoricamente”? Perché questo può essere fatto solo in caso non esista l’infrastruttura elettrica, ad esempio in una baita sperduta nelle montagne, ma soprattutto perché il senso di un impianto fotovoltaico è proprio di collegarlo all’impianto generale così da sfruttare fino in fondo tutte le sue potenzialità e le sue possibilità di risparmio come lo scambio sul posto o l’accumulo.

C’è infatti ancora un po’ di confusione sul tema del fotovoltaico quando si parla di indipendenza energetica: un impianto fotovoltaico potrebbe renderti energeticamente indipendente? No. L’impianto fotovoltaico ti permette un risparmio in bolletta pari a circa il 30%. L’indipendenza al 100% non è tecnicamente raggiungibile.

Abbiamo dedicato un altro articolo al tema dell’accumulo per gli impianti fotovoltaici [inserire LINK], ma una minima percentuale di prelievo dalla rete elettrica resterà sempre.

“Eh, ma allora posso montare un impianto più grande!”

No, attenzione.

Facciamo chiarezza: la convenzione di scambio sul posto è predisposta dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici) una volta connesso l’impianto alla rete. Con questo meccanismo, lo Stato ti rimborsa, con 2 bonifici semestrali, tutta quell’energia che il tuo impianto fotovoltaico produce ma tu non consumi e quindi butti in rete. Avrai il tuo rimborso al costo di circa 0,14€ /kWh, quindi basta fare due semplici conti per capire che per quanto la tecnologia sia avanzata la famigerata autarchia energetica non è (allo stato attuale) possibile.

I componenti fondamentali di un impianto fotovoltaico

Il tuo impianto è costituito da 3 sezioni fondamentali:

  1. I pannelli fotovoltaici (la parte più complessa del tuo impianto)
  2. L’inverter
  3. Gli ancoraggi.

Ok, e ora cos’è questo inverter? Semplice, è la parte del sistema che serve a convertire la corrente elettrica continua prodotta dai tuoi pannelli (immaginala come una linea retta) in corrente alternata, ovvero quella utilizzata dai tuoi apparecchi elettrici (qui visualizza una sinusoide, ovvero una linea che sale e scende con un movimento a parabola).

L’inverter si occupa di questa conversione, ovvero di rendere la corrente elettrica generata dal sistema utilizzabile come quella fornita dal tuo gestore.

Quindi col fotovoltaico produco anche l’acqua calda?

Il fotovoltaico fornisce energia elettrica gratuita, quindi può, ad esempio, alimentare uno scaldabagno, ma ovviamente in questo modo utilizza una parte dell’energia che sarebbe destinata ad altre apparecchiature.

Il solare termico, invece, grazie all’energia solare fornisce acqua calda sanitaria per circa 6 mesi all’anno e può fare da integrazione al riscaldamento.

Può avere due tipi di circolazioni: naturale o forzata.

I collettori solari montati sul tetto, raccolgono calore dal sole e lo usano per riscaldare l’acqua che viene immessa in un bollitore. Se il bollitore viene installato sul tetto abbiamo una circolazione naturale, mentre quando il liquido utilizzato per scaldare l’acqua calda sanitaria viene fatto circolare con l’utilizzo di pompe abbiamo una circolazione forzata.

Il sistema a circolazione forzata ha il vantaggio che il serbatoio non deve essere posizionato sopra i pannelli solari (e quindi sul tetto) ma può essere posizionato in una zona qualsiasi dell’edificio.

Tutto chiaro?

Ora che abbiamo fatto luce sugli aspetti più importanti che riguardano l’impianto fotovoltaico cosa ne pensi? Ti piacerebbe capire come sfruttare questa tecnologia per il risparmio energetico a casa tua? Se la risposta è sì scrivici subito [inserire LINK al modulo contatti] per capire qual è la soluzione che fa per te.

 

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