da Equadro | 15 Set, 2021
Fotovoltaico per le aziende: credito d’imposta del 10% per aiutare le aziende ad essere più green
Il fotovoltaico per le aziende diventa sempre più conveniente, grazie anche al calo dei prezzi. Produrre energia sostenibile è un’esigenza che riguarda sempre più aziende italiane perché da un lato permette di abbattere i costi energetici e dall’altro gli incentivi forniti sono convenienti.
Infatti, l’installazione di impianti fotovoltaici industriali riduce considerevolmente il costo della bolletta elettrica e permette di produrre autonomamente energia sostenibile. Inoltre, vengono ridotti lo smog, l’inquinamento e l’emissione di polveri sottili.
Già da qualche anno, lo Stato italiano sta cercando di stimolare le industrie a produrre energia da fonti rinnovabili. Fino al 2020 esisteva per le aziende Super-ammortamento al 130% che permetteva di incrementare fino al 30% il costo del bene acquistato.
Con la Legge di Bilancio del 2020 il Super-ammortamento ha lasciato il posto ad un nuovo incentivo statale: il credito d’imposta al 10% che rientra all’interno del Piano Transizione 4.0.
Prima di proseguire, vediamo nel dettaglio cosa sono.
Che cos’è il credito d’imposta?
Il credito d’imposta ha a che fare con le tasse e viene utilizzato per avere uno sconto sui tributi da pagare a fine anno.
Si tratta di un qualsiasi credito che l’azienda vanta nei confronti dello Stato e può essere utilizzato:
- per compensare eventuali debiti nei confronti dell’erario,
- per il pagamento dei tributi
- per chiedere il rimborso nella dichiarazione dei redditi.
Per quanto riguarda l’acquisto dei beni strumentali, il credito d’imposta è da spalmare nell’arco di 5 anni.
Il Piano Transizione 4.0
Il Piano Transizione 4.0 ha l’obiettivo di favorire le imprese nel processo di transizione tecnologica e di sostenibilità ambientale. Per realizzarlo, sono stati stanziati circa 24 miliardi di Euro.
La Legge di Bilancio 2021 ha aumentato il credito d’imposta dal 6 al 10% per l’acquisto di beni strumentali ordinari (in cui è compreso anche il fotovoltaico) entro il 31 dicembre 2021. Dopo questa data, il credito d’imposta tornerà ad essere del 6%. Il 2021 risulta essere quindi un anno particolarmente conveniente per le aziende che decidono di installare il fotovoltaico.
Il limite della spesa è fissato a 2 milioni di euro e, se entro il 31 dicembre 2021 sarà stata versata la somma pari al 20% del totale, è possibile acquistare e installare i beni strumentali entro il 30 giugno 2022.
Un esempio pratico
Una Società di trasporti a cui anni fa installammo un impianto fotovoltaico da 10 kW, oggi a fronte di un aumento dei costi sulle bollette, ci ha contattate per chiederci un’analisi dettagliata dei suoi consumi e per capire se un repowering (aumento della potenza) e l’aggiunta delle batterie che stoccano l’energia prodotta in surplus, possano fare al suo caso .
Dai dati ricavati dai file elaborati dal GSE sulle immissioni e prelievi, abbiamo riscontrato che la soluzione ideale, sarebbe quella di aumentare la potenza del campo fotovoltaico esistente per tendere di ridurre quasi a “0” l’energia acquistata. Tale sistema andrebbe supportato con ulteriori 10 kW e un sistema di accumulo da almeno 20kWh.
Approfittando delle agevolazioni statali riguardanti il credito d’imposta al 10% la spesa per l’azienda sarebbe ammortizzata e inoltre avrebbe dei benefici sulla bolletta, infatti il miglioramento dell’impianto fotovoltaico comporterebbe una diminuzione dell’energia acquistata dal gestore e un ritorno economico dell’investimento in 10 anni come da elaborato grafico.
Leggendo i dati riportati nel grafico evinciamo che l’azienda nel corso di 10 anni risparmierà sempre di più sulla bolletta, e acquisterà sempre meno energia dal gestore della luce. Ci sarà sempre poi un “SALVADANAIO” il c.d. Scambio sul Posto che equivale al contributo che lo Stato ti restituisce per l’energia prodotta, non consumata ma immessa in RETE. Un’azienda quando investe destina la sua liquidità all’innovazione incidendo in questo modo sull’abbattimento delle tasse.
Il 2021, grazie al credito d’imposta al 10%, risulta essere l’anno ideale per le aziende che decidono di investire sul fotovoltaico e su tutte le soluzioni che tutelano l’ambiente e che riducono le emissioni di gas serra o polveri sottili.
Che aspettate? Chiedete un preventivo a Equadro!
da Equadro | 14 Gen, 2021
Distinguere le tipologie di pannelli fotovoltaici
Quando si decide di procedere a un efficientamento energetico, uno dei punti più oscuri del preventivo è sicuramente capire se la scelta dei componenti tecnici è corretta e, in particolare, qual è la differenza fra le tipologie di impianti di pannelli fotovoltaici.
Quindi dopo aver capito quanto costa un impianto e come dimensionarlo, oggi ci concentriamo proprio su questo aspetto.
Le tipologie di pannelli fotovoltaici
I pannelli fotovoltaici possono essere di due tipi principali:
- in silicio policristallino
- in silicio monocristallino, che a sua volta può essere dotato di ulteriori particolarità.
Per capire la differenza tra le due tipologie, partiamo dall’inizio: le celle sono fatte di silicio, e la lavorazione del silicio è molto delicata e molto importante.
Il silicio, infatti, non sarebbe in grado, allo stato naturale, di captare l’energia del sole, ma con questo lungo processo si aggregano al silicio una serie di agenti droganti attraverso una fusione ad alte temperature e una ricottura in forno che gli attribuiscono, così, le proprietà desiderate.
Da questa lavorazione esce un grande blocco quadrato che poi viene letteralmente tagliato a fettine con spessori variabili dai 150 ai 250 micron. Queste “fettine” sono la base del processo di lavorazione di quello che noi conosciamo come il pannello fotovoltaico.
A questo punto è il momento di costruire la nostra cella, ed è anche il momento in cui si decide se creare celle monocristalline o policristalline che andranno poi a formare i pannelli veri e propri.
Il silicio policristallino
Il silicio policristallino è un ibrido, ovvero è composto da più materiali che hanno un costo di produzione inferiore rispetto al prodotto tutto nero. Le celle sono di colore blu cangiante, costituite da cristalli di silicio orientati in modo casuale.
Questo fa si che abbiano un’efficienza inferiore se colpite perpendicolarmente dai raggi del sole. Tuttavia questa pecca rappresenta anche la loro peculiarità: riescono a sfruttare meglio la luce del sole durante l’arco della giornata.
Il silicio monocristallino
Il silicio monocristallino invece ha una lavorazione un po’ più raffinata ed è composto da materie prime molto più pure, che di conseguenza hanno un costo di produzione leggermente superiore al fratello. La puoi riconoscere per il suo caratteristico colore nero.
Come dicevamo, sul modulo monocristallino si sono sviluppate varie specificità:
- tecnologia SHINGLE/PERC: perfetta per nebbia salina e ammoniaca, in presenza di elevati carichi neve e atmosfere aggressive e che garantisce una migliore risposta in caso di ombreggiamento a causa di nuvole o sporcizia, oltre che un’ottima resa ad alte temperature;
- tecnologia PERC HALF CUT 120 celle (60X2): in questo caso il vetro e il design delle celle forniscono un’ottima risposta in condizioni di basso irraggiamento, sono resistenti alla salinità e ammoniaca e hanno una buona resistenza PID contro la degradazione del modulo (PID = Potential Induced Degradation ovvero la degradazione dell’energia prodotta indotta a causa di una forte tensione negativa rispetto al potenziale verso terra)
- tecnologia a 72 celle bifacciali: sono pannelli concelle bifacciali che potenzialmente sviluppano fino ad un 30% in più dando buoni risultati anche in caso di nuvolosità e con un ottimo coefficiente anche ad alte temperature.
In sintesi possiamo dire che i pannelli in silicio monocristallino rendono meglio alle basse temperature e sono più efficienti dei moduli policristallini in presenza di un’intensità solare minore. Al contrario, i moduli policristallini producono di più alle alte temperature.
Il silicio amorfo
Esiste anche una terza tipologia di pannelli solari con moduli in silicio amorfo, più flessibili dei precedenti, ma con una resa inferiore del circa 30%, dovuta al particolare procedimento attraverso il quale sono prodotti.
Infatti, i moduli in silicio amorfo non sono composti da celle fotovoltaiche ma sono formati da uno strato in vetro o superfici plastiche su cui è applicato uniformemente uno strato di silicio dal piccolissimo spessore (nell’ordine dei millesimi di millimetro), e si caratterizzano da una colorazione omogenea e scura.
Li puoi trovare sia nella tradizionale struttura rigida, sia in rotoli flessibili, molto utili per applicazioni architettoniche particolari. Sono moduli che vengono utilizzati per esposizioni non ottimali, per esempio a nord.
La resa dei pannelli solari
La resa del modulo fotovoltaico è il rapporto tra la superficie che il modulo occupa e la potenza massima che è il pannello riesce ad erogare con una radiazione costante di 1000 watt per metro quadro, ad una temperatura di 20 gradi.
Essendo questo uno standard di misura mondiale, il pannello, una volta che ha finito il suo ciclo di produzione, va in un apposito macchinario che all’interno mantiene una temperatura costante di 20 gradi e che simula una radiazione solare di 1000 watt per metro quadro con delle lampade molto sofisticate misurando quanta energia produce quel modulo fotovoltaico. In questo modo abbiamo un parametro di resa calcolato in modo univoco.
La misura di resa del pannello fornisce la “potenza di picco” del modulo stesso ovvero ci indica la potenza massima che sarà in grado di produrre quel modulo quando la temperatura sarà vicina ai 20 gradi ed il sole sarà perpendicolare su di esso con una potenza di 1000 W/m2.
Come scegliere i pannelli giusti
Ora che abbiamo chiarito tutti gli aspetti tecnici resta la domanda più importante: come faccio a sapere che il mio progettista ha scelto i pannelli migliori?
Come ben capirai non esiste una risposta assoluta a questa domanda, perché la scelta della tipologia di pannello fotovoltaico migliore dipende dalle esigenze di chi installa l’impianto, ovvero le tue.
- Se la tua necessità è quella di risparmiare, i pannelli policristallini generalmente sono più economici e potrebbero rappresentare la scelta migliore,
- Se hai a disposizione una superficie limitata o hai la necessità di raggiungere una potenza maggiore con poca superficie, allora sono preferibili i moduli in silicio monocristallino.
Nel dubbio chiedi sempre chiarimenti al tuo progettista e se non sai a chi rivolgerti contattaci quando vuoi!
Energeticamente
Iscriviti alla nostra newsletter
È davvero possibile essere energeticamente indipendenti?
Ricevi subito in regalo la guida per capire il dimensionamento di un impianto fotovoltaico e sistema di accumulo. In più, una volta al mese parliamo di news di settore, nuove frontiere, progetti realizzati, bonus, incentivi e dimensionamenti.
Mi iscrivo